Posizione

Toti: “Mascherina all’aperto poco utile senza assembramento, non terrorizziamo la gente”

In caso di restrizioni "un Paese a due velocità con due green pass diversi"

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Genova. “La mascherina all’aperto è un buon uso nei momenti di grande assembramento, cosa che non ho visto fare in alcune manifestazioni dei giorni scorsi, dopodiché, come dicono i nostri esperti a partire da Bassetti, è poco utile se non c’è assembramento”. Così il presidente ligure Giovanni Toti esclude misure come quelle adottate dal sindaco di Aprilia nel Lazio che, per contenere l’aumento esponenziale dei contagi, ha imposto nuovamente l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto.

“La Liguria – ha detto Toti intervistato in diretta dal Tg4 – è ferma a 100 casi su 100mila alla settimana da alcuni giorni, negli ospedali non si rileva una presenza eccessiva. Ha ragione chi dice di non terrorizzare la gente. Semplicemente programmiamo misure che possono venire utili se il Covid tornasse a crescere e ci trovassimo nella necessità di aumentare i posti letto. Tutte le volte che questo succede facciamo un danno alla sanità e al Paese”.

Toti ha ribadito la sua ricetta nel caso dovessero tornare le restrizioni: “Un Paese a due velocità. Un green pass per chi si è vaccinato che consenta di fare tutto, anche con le regioni gialle e arancioni, e un green pass da tampone per chi continua a rifiutare il vaccino, che consente di fare le cose importanti della vita e protegga anche loro stessi”.

Intanto oggi, a livello nazionale, con 10.172 positivi i numeri dell’epidemia tornano indietro di mesi. L’ultima volta che è stata superata la soglia dei 10mila casi era l’8 maggio, quando sono stati registrati 10.176 casi e le vittime erano state 224 (oggi sono 72).

A livello nazionale sono stabili e lontane dalla soglia di allerta le percentuali dei posti in terapia intensiva e nei reparti ospedalieri occupati da pazienti Covid, pari rispettivamente al 5% e 7% di quelli disponibili. In Liguria, come emerge dal rapporto Agenas, si attestano entrambe al 6% (quindi molto distanti dalla zona gialla) mentre è il Friuli Venezia Giulia la regione italiana con le strutture sanitarie più appesantite con un aumento che porta al 14% le terapie intensive occupate da pazienti Covid (ovvero oltre la soglia d’allerta del 10%), e al 13% l’occupazione dei posti in reparto.

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