Genova. A prima vista, per chi non è pratico della zona, si direbbe un corso d’acqua, uno dei tanti rii tombinati sotto le strade collinari che riemergono improvvisamente nelle lacerazioni del tessuto urbano. Invece quella “piscina” di acqua piovana sotto via Cantore – così definita anche dai tecnici del Comune nel verbale che abbiamo riportato in esclusiva – è la linea ferroviaria del Campasso, che oggi risulta dismessa, ma è proprio quella che dovrà essere usata dai treni merci lunghi 750 metri per andare dalle banchine del porto al Terzo Valico e viceversa. E corre esattamente sotto quel viadotto stradale che oggi funziona a regime ridotto perché da un giorno all’altro si è scoperto che è troppo arrugginito, motivo per cui bisogna controllarlo meglio e verificare che non sia davvero pericolante.
Che l’antico sedime ferroviario sia diventato una specie di canale non deve stupire, vista la quantità d’acqua che filtra dall’impalcato del viadotto, la stessa che nel tempo ha corroso l’acciaio delle travi che sorreggono la strada. Ma a riempire la “piscina” sembra che sia anche l’acqua che arriva dalla galleria a monte, e cioè dalla zona di via Ardoino, dove i binari sbucavano (e dovrebbero sbucare in futuro) nuovamente in superficie, e dove in passato erano già stati segnalati frequenti problemi di allagamenti. In quel punto, nel muraglione su cui poggia via Cantore, si nota pure lo sbocco di una conduttura sotterranea che probabilmente raccoglie le acque del rio Fossato. Guardando verso via di Francia, poi, si scorgono altre due gallerie: sono quelle che portano al bacino portuale e alla ferrovia litoranea.
Un’ulteriore motivo di preoccupazione, insomma, per il ripristino di una linea ferroviaria che da tempo vede l’ostilità dei comitati e di entrambi i municipi che attraversa, Centro Ovest e Valpolcevera, a causa soprattutto delle preoccupazioni legate all’inquinamento acustico e alla sicurezza dei palazzi a pochi metri dai binari. Nel corso dell’ultima assemblea pubblica coi cittadini a Certosa il direttore degli investimenti di Rfi Vincenzo Macello aveva confermato l’intenzione di far passare i treni merci su quel percorso perché “non c’è alternativa“. Rispetto ai piani iniziali, tuttavia, l’ipotesi è quella di indirizzare una parte dei convogli, specialmente quelli che trasportano merci pericolose, sulla linea Sommergibile che corre parallela a lungomare Canepa. Ma il progetto di riattivazione di questo itinerario non sembra in alcun modo in discussione.
Tra l’altro, proprio nei pressi del viadotto di San Benigno che adesso preoccupa per il suo stato di manutenzione, inizia il tratto di ferrovia di competenza diretta dell’Autorità portuale, su cui ancora non c’è ufficialmente un progetto esecutivo. Anche perché c’è un grosso ostacolo da superare per raggiungere il mare: l’interferenza con un’altra linea, quella che unisce Sampierdarena a Principe Sotterranea, a causa di un sovrappasso parallelo a via di Francia che costringerebbe a scavare ulteriormente aumentando perciò la pendenza complessiva dei binari (che è già prevista fuori norma secondo gli standard europei). Ce n’eravamo occupati in questo articolo riportando la denuncia del consigliere municipale del Centro Ovest Fabrizio Maranini.
Ed è stato proprio il consigliere Maranini, insieme agli altri rappresentanti del Pd in Municipio, a inviare negli scorsi giorni un’interpellanza sul tema al sindaco Bucci. A proposito degli allagamenti, nel documento si dice che “va controllato il tombamento dello scolmatore di acque piovane miste ad una ipotizzata fognatura che attraversa la base stessa del tracciato facendo confluire le acque nere miste in una sorta di cunicolo oggi nascosto da grandi paratie pubblicitarie”. Il sospetto è che questo problema possa influire anche sull’accumulo di acqua piovana notato in questi giorni sotto il viadotto “malato” accanto a via Cantore.