Genova. “Dopo un lungo periodo di concertazione, nel 2019 il Governo ha provveduto a riformare il settore, emanando la legge 12/2019, che di fatto è rimasta congelata, non essendo mai stati applicati i decreti attuativi”, spiega Gexi.
E continua: “Il Governo, dopo un imbarazzante periodo dì silenzio, ha nuovamente inserito tutto il comparto del trasporto pubblico non di linea nel recente “Decreto Concorrenza”, disattendendo tutto il lavoro degli ultimi anni e rimettendo nuovamente tutto in discussione. Facciamo fatica a recepire i motivi adottati dal Governo, da ricercare nella volontà di innovare tecnologicamente il servizio e creare maggior concorrenza all’interno del settore, adducendo a questo, maggiori benefici per l’utenza”.
Poi l’azienda sottolinea ancora: “Abbiamo investito veramente molto in questi anni, la nostra storia è caratterizzata da questi valori: INNOVAZIONE E QUALITÀ, che rappresentano una visione molto più ampia e che riguarda anche i nostri partner nazionali: Radiotaxi 028585, Radiotaxi Udine, Prontotaxi 066645, Torino InTaxi 011.9999. Ci siamo affidati ad eccellenze del nostro settore e sappiamo quanta strada abbiamo percorso insieme, soprattutto proprio nel campo dell’innovazione tecnologica”.
Poi Gexi incalza: “Solo a titolo esemplificativo, tutti i taxi del nostro nostro circuito offrono: richiesta e/o prenotazioni dei taxi tramite app; pagamenti digitali, anche tramite smartphone; abbonamenti virtuali; possibilità da parte del cliente di valutare sia il taxi che la app e abbiamo ancora tanti tanti progetti da ultimare. Già oggi il nostro mercato è aperto a qualsiasi operatore che ne rispetti le norme, Uber e Freenow comprese, se le multinazionali non riescono ad acquisire la fiducia degli operatori presenti sul mercato, è esclusivamente per il comportamento e le deregolamentazioni che hanno dimostrato ovunque hanno operato: entrare, conquistare, prevaricare e distruggere. Esclusivamente nel nome del fatturato”.
Infine conclude: “Nel nostro settore esistono regole certe a tutela sia degli operatori che dagli utenti, che riguardano tariffe, turni, orari, requisiti professionali e garanzie assicurative, chiunque vuole rapportarsi con il nostro settore, può farlo già oggi. Imparino a rispettare le norme e non abbiano l’arroganza di volerle cambiare unicamente per il proprio tornaconto. Della questione fiscale non ne parliamo nemmeno, tutti i grandi gruppi ci hanno insegnato dove,come e quanto gli è permesso pagare le imposte, ovviamente beneficiando di un’evidente disparità che inevitabilmente crea anche una concorrenza sleale e iniqua”.