La sentenza

Sanità e tempo di vestizione, vittoria definitiva dell’Usb contro l’ospedale Gaslini

Se è eterodiretta dal datore di lavoro va conteggiata come orario di lavoro

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Genova. Pochi giorni fa una sentenza della Corte di Cassazione ha scritto la parola fine sotto una controversia durata anni, con il dispendio di troppi soldi pubblici. La Suprema Corte ha riconfermato che quando l’attività di vestizione/svestizione è eterodiretta dal datore di lavoro, deve essere considerata orario di lavoro.

A riassumere tutta la vicenda è una nota del sindacato Usb:

Già nel 2016 la Corte di Appello di Genova aveva confermato la sentenza del Tribunale del Lavoro di Genova del 2014, nella vertenza pilota portata avanti dal delegato USB Luca Nanfria, che lavora in qualità di Oss presso l’ospedale Gaslini. Il CCNL Sanità Pubblica 2016-2018 aveva però introdotto il ‘tempo vestizione’ da quantificare, entro determinati limiti decisi da un articolo del CCNL tramite accordi integrativi.

Ora, con il pronunciamento della Cassazione, “sicuramente tutti i lavoratori della sanità pubblica ligure potranno ottenere migliori accordi” dice il sindacato.

Certo, “siamo entusiasti di questa vittoria, unico caso ad oggi nella sanità ligure ottenuta con grande tenacia, ma come cittadini e lavoratori ci chiediamo se non fosse possibile trovare un accordo, come chiedemmo anni fa sia al Gaslini che alla Regione, senza che venissero sperperati migliaia di euro di soldi pubblici in spese legali”.

“È possibile che nessun dirigente pubblico sia ritenuto responsabile di sperpero di denaro pubblico quando si verificano determinate situazioni? conclude Usb. Ringraziamo l’avvocato Valeria Marmorato di Genova e gli avvocati Rosaria Damizia e Arturo Salerni di Roma per questa vittoria”.

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