Ciao amici! Queste giornate uggiose vi fanno venire voglia di copertina, film e tazza di cioccolata? State annuendo, vi vedo! Eppure sono certa che anche voi almeno una volta nella vita avete sentito parlare del “foliage”. Io già me la immagino una ragazza francese con il basco, le parigine di colori differenti e l accento suadente dire “andiamo a vedere il foliage?” Possiamo rispondere “no, fa un freddo cane, vai pure tu”? Assolutamente no! Anche perché il freddo è un’altra cosa e i colori che vedrete scaldano talmente il cuore che varrà sicuramente la pena essere immersi nell’atmosfera e negli scricchiolii del bosco in questa stagione.
Fatta questa doverosa premessa è ora che vi sveli dove vi porteremo: il parco dell’ Adelasia. In breve, Aleramo e Adelasia furono due amanti che vissero nei nostri boschi e dai quali discende la nobile casata dei Del Carretto nonché la città di Alassio che prende il nome proprio da “Adelasia”. Vi consigliamo di approfondirne la storia che è davvero interessante! Gambe in spalla quindi e possibilmente macchina fotografica alla mano, chissà mai che non immortaliate i fantasmi dei due amanti tra il rosso, il giallo e l’arancione del bosco.
Partenza da spiazzo presso provinciale Savona-Altare
Sviluppo: 11 Km
Durata: 4 ore
Dislivello: 410 mt
Difficoltà: E
Finalmente riusciamo ad organizzare una giornata all’insegna di storia, natura, miti e leggende, tutte cucite su di un unico sentiero. Oggi con noi c’è Enrica, co-fondatrice della Marca Aleramica Outdoor che ha lo scopo di valorizzare e unire attraverso lo sport e il turismo lento, passando per la cultura, l’arte e le tradizioni, territori ricchi di itinerari intrisi di memoria. Giovanni, guida accreditata e profondo conoscitore del parco, sarà il nostro accompagnatore ufficiale.
L’itinerario si snoda nella Riserva dell’Adelasia. Lasciamo l’auto lungo la SP12, in direzione Montenotte Superiore. Dal parcheggio saliamo rapidamente al rifugio Cascina Miera, posto su un bellissimo pianoro dove si gode già di una vista meravigliosa; oggi in lontananza si distinguono molto bene Altare, Ferrania, Millesimo e Vado Ligure. Alla nostra destra una palina indica varie possibilità di tracciati. Noi percorreremo una parte di sentiero 3 e una parte di Airone, per compiere in totale circa 11km. Proseguiamo facilmente in falsopiano attraversando un ceduo di faggi fino a raggiungere un bivio indicante alla nostra destra, il Bric del Tesoro. E’ una piccola deviazione che consigliamo perchè permette di osservare da vicino un bel tratto di trincea napoleonica e farsi un’idea di come potesse essere stato combattere su questi monti. Ritorniamo velocemente al bivio, proseguendo la camminata nella splendida faggeta. Sul nostro cammino troviamo un altro bivio, il sentiero proseguirebbe a sinistra ma noi decidiamo di tagliare in linea retta seguendo il sentiero a destra che ci condurrà nella zona più umida che ospita una rara varietà di fiore, la calta palustre.
Ci spingiamo fino alla sommità della punta Chiappa, dove il paesaggio si apre notevolmente e in pochi metri cambia totalmente la vegetazione. Al posto dei faggi troviamo quindi pini marittimi, roverelle e ginepri, tutte varietà amanti dei terreni più secchi. Torniamo di qualche passo indietro e seguiamo momentaneamente il sentiero 3, indicato anche come Cinghial Track (attenti alle bici) scendiamo con decisione fino ad incrociare una carrareccia. Attraversiamo la zona umida ricca di felci e, su suggerimento di Giovanni, andiamo alla ricerca della Calta palustre, un fiore giallo che sboccia proprio in questo periodo. Lo fotografiamo a fatica perchè è proprio al centro della palude. Percorrendo dolci saliscendi, raggiungiamo il Colle dell’Amore dove incontriamo nuovamente il
sentiero Airone. Attraversiamo quindi un prato esposto e ricco di ginestre in fiore. Grilli e cicale intonano i loro canti per noi. Pare che sia uno dei posti più frequentati dai lupi di notte, per questo sono presenti sul percorso delle fototrappole a infrarossi che rilevano e registrano i movimenti della fauna autoctona.
Da qui in poi l’itinerario è lineare e conduce, con una ripida salita finale e dei brevi passaggi su roccette, alla cima della Rocca dell’Adelasia. Rimarrete estasiati dal panorama! Spazia a colpo d’occhio dalle alpi al mare. Ai piedi della Rocca si ricongiungono anche altri sentieri, come l’itinerario 1 e l’Alta Via dei Monti Liguri.
Siamo ormai quasi in dirittura d’arrivo e, sulla nostra sinistra, incontriamo l’ultimo bivio di nostro interesse che conduce ai faggi monumentali. Il vero protagonista è un albero imponente altro 30 metri e largo più di 4. In questo tempio a cielo aperto si percepisce un’energia ancestrale che solo la Natura riesce a trasmettere. Ritorniamo quindi sul sentiero principale, e in breve raggiungiamo il parcheggio completando così il nostro splendido anello.
“La rubrica del camallo” è a cura dell’associazione culturale “Due Zaini e Un Camallo” di Luca Riolfo e Valentina Staricco, volta alla promozione e alla riscoperta del patrimonio naturale e culturale della nostra regione, la Liguria. Seguici su instagram @_duezainieuncamallo_: clicca qui per leggere tutti gli articoli.