Indagini

Omicidio Nada Cella, la superteste senza nome vicina ad ambienti religiosi?

Nella telefonata anonima alla madre di Soracco la donna si definisce "signorina": prende campo l'ipotesi che fosse una perpetua o addirittura una suora

Omicidio Nada Cella, via Marsala

Genova. Potrebbe essere una suora o una perpetua l’anonima testimone che la mattina del 6 maggio 1996 avrebbe visto Annalucia Cecere, l’ex insegnante indagata per l’omicidio di Nada Cella, andare via col motorino da via Marsala. E’ una delle ipotesi a cui, secondo quanto riporta l’Ansa, stanno lavorando la procura e gli investigatori della squadra mobile che cercano di risalire alla donna.

La donna infatti, si definisce “signorina” che secondo alcune testimonianze, in genovese, era usato per indicare le perpetue o le suore. Ma anche le prostitute. Potrebbe però essere anche una semplice donna single.

Negli ultimi giorni si sarebbero presentate alcune persone che avrebbero riconosciuto la voce ma gli inquirenti stanno verificando la loro credibilità.

L’anonima, è emerso ieri dall’audio diffuso dalla polizia, non era sola. “Le altre stanno tutte zitte ma eravamo diverse. Io non faccio nomi ma eravamo diverse, io non so perché le altre non parlano. Eravamo in cinque”, dice nella telefonata dell’agosto 1996 fatta alla casa di Marco Soracco, il commercialista dove Nada lavorava.

A rispondere era stata la mamma di quest’ultimo. I due sono indagati per false dichiarazioni al pm perché, secondo l’accusa, non avrebbero raccontato tutto quello che sapevano sulla Cecere e sul delitto. Nei giorni scorsi era stato diffuso un altro spezzone della chiamata in cui la donna diceva di avere visto Cecere “tutta sporca mettere tutto sul motorino e andare via”.

Lo scooter è stato sequestrato e per gli inquirenti potrebbero esserci tracce di Dna. A fare ipotizzare che l’anonima possa essere vicina al mondo ecclesiastico anche il fatto di avere descritto la Cecere come una incline alla violenza. Una circostanza che farebbe ipotizzare una conoscenza non superficiale.

L’ex insegnante era stata in istituto a Santa Margherita: potrebbe averla conosciuta lì? Un quesito a cui potrebbe dare risposta la donna che telefonò tre mesi dopo dicendo di avere visto Annalucia.

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