Genova. Quella di sabato scorso a Genova “non era una mancata allerta, ma un avviso di bassa probabilità di temporali forti dentro il quale ci stanno fenomeni come quelli che abbiamo visto“. L’assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone respinge al mittente le polemiche sull’alluvione-lampo che il 13 novembre ha colpito la Valpolcevera e soprattutto la Valbisagno causando frane, allagamenti ed esondazioni di piccoli rii che si sono riversati per le strade. Il tutto nel primo pomeriggio, cioè a poche ore dal bollettino Arpal che fissava l’inizio dell’allerta gialla alle 18.00 del giorno stesso.
Un evento che “ci deve mettere in condizione di fare riflessioni ad ampio spettro – spiega Francesca Giannoni, direttrice del centro meteo Arpal -. La Liguria è una regione in cui siamo abituati a misurare numeri da record nazionale ed europeo. Precipitazioni non così da record, una quarantina di millimetri come abbiamo osservato sabato, sono numeri che vediamo molto spesso. Ma questi 40 millimetri sono venuti concentrati in 20 minuti, una precipitazione estremamente intensa”.
“La Liguria – prosegue Giannoni – è costituita da una moltitudine di piccoli bacini, anche sotto il chilometro quadrato. Il tempo che intercorre tra l’intervento di precipitazione intenso e la risposta del territorio è talmente breve che di fatto non si può intervenire diversamente se non considerando sempre con attenzione i bollettini e la messaggistica che viene emanata ogni giorno. Sia venerdì sia sabato erano segnalati possibili temporali forti e questo dovrebbe far subito alzare le antenne a tutti i cittadini per autotutelarsi e non mettersi in situazioni di rischio”.
Insomma: tenersi pronti anche quando l’allerta non c’è. Ma allora si può dire che il sistema dei colori sia ancora quello più efficace? “Il sistema della Liguria è quello che vige nel nostro Paese e i temporali fino a qualche anno fa non erano nemmeno codificati in un’allerta, proprio per la loro difficoltà di previsione e localizzazione – replica Giampedrone -. Il sistema di allerta e di avvisi preventivi, che rappresentano un minor grado di rischio, è un buon livello su cui regolarsi e il fatto che la Liguria abbia uno zero nella casella dei morti negli ultimi anni è significativo sul fatto che l’allerta sia diventata un’abitudine per molti cittadini”.
Anche un avviso che indica solo una bassa probabilità di temporali forti, dunque, dovrebbe innescare una risposta da parte di cittadini e Protezione civile: “La capacità del sistema istituzionale deve essere molto alta anche quando vengono emessi avvisi che nell’opinione pubblica non sono conosciuti – aggiunge Giampedrone -. Bisogna lavorare perché si spieghi che ci possono essere temporali come quelli di sabato scorso anche in condizioni di bassa probabilità di temporali forti. Bisogna far capire che ci sono avvisi che possono avere effetti impattanti. Su questo credo che, insieme ai Comuni e al nostro sistema di Protezione civile, si possa fare qualcosa. Se i cittadini lo sanno, un’attenzione in più rispetto alla criticità del suo territorio la può mettere”.