Protesta

No Draghi day: sabato 4 dicembre sindacati di base in piazza contro la politica economica del governo

Nel mirino la manovra e la stretta per le manifestazioni "sotto i palazzi": appuntamento alle 15.30 a Caricamento

usb vigili del fuoco
Foto d'archivio

Genova.  Una giornata di protesta nazionale organizzata dai sindacati di base per protestare contro le misure economiche del governo Draghi, a partire dalla manovra economica fino alle restrizioni legate alle libertà di manifestare anche ‘sotto i palazzi’: questo è il ‘No Draghi Day’ previsto per la giornata di sabato 4 dicembre e che vedrà manifestazioni e cortei in tutte le principali città del paese.

A Genova la protesta partirà da Caricamento, dove si sono dati appuntamento alle 15,30 Usb, SiCobas e Orsa Trasporti: “La Legge di Bilancio prodotta dal governo Draghi conferma il pesante attacco alle condizioni di vita dei settori sociali più deboli del paese mentre sono stanziate ulteriori riforme per le grandi imprese e le rendite finanziarie – si legge nel comunicato stampa congiunto che lancia la protesta – e sulle pensioni si mantiene l’impianto della Fornero con l’innalzamento dell’età pensionabile anche se per ammorbidire si propone quota 102 per il prossimo anno”.

Ma non solo: “Si riduce la platea del reddito di cittadinanza mentre si preannuncia il taglia l’Irap, l’unica tassa certa per le imprese, con aliquote che produrranno tagli consistenti e avvertibili solo per gli stipendi medio alti. A fronte di tutto ciò sono praticamente nulli gli investimenti pubblici in tutti quegli ambiti sociali chiave, come la scuola, il trasporto pubblico e sanità. E mentre è in crescita nel nostro paese il ‘lavoro povero’, si sbloccano i licenziamenti di massa”.

Ad aver aderito alla protesta anche il Calp, Genova City Strike, Rifondazione Comunita, Potere al Popolo, Sinistra anticapitalista e Vedo Terra. Ma in piazza ci saranno anche i pensionati di Usb: “Il Pnrr oltre a cospargere di soldi imprese e banche, nasconde un piano di riforme che distruggeranno diritti e stato sociale, preparando per il futuro ulteriore debito che pagheremo con la riduzione dei servizi pubblici – si legge in una nota stampa – L’assistenza sanitaria è sempre più una chimera con prestazioni inaccessibili e troppo spesso pagate personalmente a caro prezzo. Le pensioni sono sempre ferme, senza una vera indicizzazione, con un carico fiscale di 56 miliardi l’anno, erose dall’aumento dei prezzi, delle tariffe e dell’inflazioni. Coloro che devono ancora andare in pensione sono spinti verso il calcolo contributivo puro che vuol dire riduzione dell’assegno pensionistico. Il diritto alla pensione viene negato ai giovani senza garanzie contributive per salari di fame e rapporti di lavoro discontinui.

Per la riuscita della giornata i promotori invitano “tutti i movimenti e le realtà sociali e politiche a costruire la mobilitazione in forma unitaria e condivisa” e che sarà caratterizzata “da cortei regionali che avranno l’obiettivo di difendere la libertà di manifestare contro ogni odioso divieto a sfilare sotto i palazzi delle istituzioni”.

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