Genova. La questione è diventata spinosa, soprattutto a causa di chi ha invitato il Comune a rimuovere i murales realizzati dai tifosi del Genoa sui muri esterni della Gradinata Nord: la Sampdoria.
Ieri sera l’ufficializzazione del progetto e delle motivazioni che hanno portato i tifosi a colorare di rossoblù i muri: ridurre il degrado e le scritte (anche offensive) che comparivano su quelle pareti. In centinaia si sono radunati attorno alle 20.
L’opera, iniziata ormai da un paio di settimane, è cresciuta negli ultimi giorni tra simboli, maglie storiche, ritratti di Fabrizio De André, Gianluca Signorini, citazioni del professor Scoglio.
Il tam tam sui social e sui principali canali di sponda rossoblù spinge per mantenere quello che viene chiamato “un museo a cielo aperto” e i tifosi invitano il Comune a evitare di spendere denaro per cancellare i murales, cercando di proporli come esempio da emulare per altri grigi stadi italiani.
Il vulnus iniziale è che l’iniziativa è stata fatta senza chiedere nessun permesso. Ora spetta al Comune, proprietario dei muri, decidere se essere inflessibile o magari proporre ai tifosi sampdoriani di abbellire la Gradinata Sud con un’operazione simile.