"guerrieri vivi"

Minacce a Toti e Bassetti e sabotaggio della campagna vaccinale: la polizia postale smantella un’associazione segreta di no vax

C'è anche un ligure coinvolto, un savonese di 56 anni. Tra le attività del gruppo anche vandalismi nei centri vaccinali

Liguria. Un’associazione segreta di no vax-No Green Pass, dedita ad attività illecite e composta da affiliati che hanno assunto il nome di “Guerrieri ViVi” è oggetto di una vasta operazione condotta in queste ore, su tutto il territorio nazionale, dalla Polizia di Stato.

L’operazione, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Genova, è tesa ad individuare i vertici e le figure intermedie del sodalizio, le cui attività erano pianificate da un numero ristretto di individui.

In particolare il compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni della Liguria, con il coordinamento del servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni, e con la partecipazione diretta dei compartimenti di Milano, Torino, Bari, Roma, Firenze, Venezia, Trieste, Palermo e Catania, nonché delle Digos di queste città su input della direzione centrale della Polizia di Prevenzione ha eseguito, nelle prime ore di questa mattina, 24 perquisizioni: tra questi, c’è anche un savonese.

L’indagine è stata avviata nel più ampio contesto degli accertamenti volti a identificare gli autori di minacce rivolte a esponenti delle istituzioni regionali (tra cui il governatore di Regione Liguria Giovanni Toti) e a un medico infettivologo (Matteo Bassetti), criticati per le loro posizioni a favore della vaccinazione.

I reati ipotizzati allo stato sono costituzione e partecipazione ad associazione segreta e istigazione all’interruzione di pubblico servizio.

La propaganda tesa ad avvicinare proseliti avveniva su Facebook. Il reclutamento degli affiliati, che prendevano il nome di “Guerrieri ViVi” ed ai quali veniva assegnato un numero di matricola, avveniva invece su canali Telegram pubblici, mentre il coordinamento delle azioni su canali Telegram segreti.

Il simbolo dell’organizzazione è formato da una doppia V racchiusa da un cerchio, di colore rosso, probabilmente ispirato al film “V per Vendetta.”

Una volta entrati nelle chat di reclutamento, gli aspiranti guerrieri dovevano ascoltare una serie di audio, registrati da una voce contraffatta, nei quali si parlava dell’instaurazione di un nuovo ordine mondiale, governato da intelligenze artificiali e si ipotizzavano parallelismi tra il regime nazista e l’attuale situazione di emergenza. Finito il percorso di formazione l’aspirante guerriero doveva superare un esame e veniva guidato da un tutor per la realizzazione delle prime operazioni.

Gli appartenenti all’associazione erano indotti a compiere azioni di vandalismo ai danni di centri vaccinali, ad intralciare e sabotare la campagna di vaccinazione, e a pubblicare in maniera coordinata e ad orari prestabiliti, tramite account falsi, post denigratori che prendevano di mira in particolare politici, infettivologi e giornalisti.

Specifici programmi di reclutamento erano stati previsti per i No-Vax appartenenti alle categorie dei sanitari, degli insegnanti e degli appartenenti alle forze dell’ordine. Sono in corso le indagini volte a identificare altri affiliati e i responsabili degli atti vandalici e degli altri reati commessi dagli aderenti all’associazione.

“I membri di questa associazione segreta erano identificati da una matricola, anche i capi quindi non rendevano nota la loro identità – spiega Lucia Muscari, dirigente della polizia postale della Liguria – La particolarità è che agli associati venivano fatti dei test, dovevano studiare del materiale e superare una serie di prove, per essere ritenuti idonei a compiere azioni di disturbo”. Tra le attività del gruppo non c’erano infatti solo le offese sui sociali, gli obiettivi erano molteplici: “Si occupavano ad esempio di creare problemi agli hub vaccinali, intasandoli con prenotazioni che poi non andavano a buon fine, e pianificavano azioni di disturbo, danneggiamenti e imbrattamenti”.

Un solo ligure coinvolto, un uomo di 56 anni residente in riviera nella provincia di Savona che, secondo gli investigatori, sarebbe stato un elemento particolarmente importante ella rete, come testimoniava anche il suo numero di matricola, tra i più alti fra quelli assegnati.

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