Liguria. Boccata d’ossigeno per il made in Italy così come per le produzioni agroalimentari ed enogastronomiche savonesi e liguri, protagoniste dell’export: l’accordo definitivo raggiunto al G20 di Roma tra Stati Uniti e Unione Europea mette fine alla disputa iniziata nel 2019 da Donald Trump, una guerra commerciale che aveva portato a dazi aggiuntivi statunitensi del 25% che gravavano sulle esportazioni agroalimentari made in Italy per un valore di circa mezzo miliardo di euro.
Quello fatto al G20 costituisce un passo essenziale per avviare una crescita comune in un momento di uscita e ripresa post pandemia: il superamento dei dazi sull’acciaio si trasferisce a valanga sui costi di produzione nel settore agroalimentare, dagli imballaggi ai trasporti fino alle macchine. Si tratta di misure essenziali per tutelare le produzioni made in Liguria e salvaguardare le esportazioni.
Tra i prodotti che rischiavano maggiormente di essere colpiti c’erano i vini DOC locali che, grazie alla qualità della produzione, continuano a crescere sulla maggior parte dei mercati internazionali e hanno fatto segnare un generale +8,9% nei primi sette mesi del 2020, nonostante la situazione emergenziale dovuta al Covid. Tra i liguri più richiesti si contano 8 vini DOC (DOC 5Terre, DOC Rossese di Dolceacqua, DOC Riviera Ligure di Ponente, DOC Golfo del Tigullio – Portofino, DOC Val Polcevera, DOC Colline di Levanto, DOC Colline di Luni e DOC Ormeasco di Pornassio) e i 4 IGT (Colline del Genovesato, Liguria di Levante, Colline Savonesi, Terrazze dell’imperiese).
Plauso dalla Cia-Agricoltori italiani: “L’agroalimentare made in Italy è un settore chiave e deciso per gli scambi commerciali, con un export che vale 46 miliardi di euro nell’ultimo anno – ha ribadito il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino -. L’intesa raggiunto permette di superare l’incubo dazi doganali e ampliare le opportunità di creare ricchezza attraverso l’export, essenziale per il rilancio economico e per molte aziende delle filiere agricole”.
“Le esportazioni di prodotti agroalimentari – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato confederale Bruno Rivarossa – vengono spesso colpite da guerre commerciali che nulla hanno a che vedere con le produzioni stesse. Il superamento di tali guerre è una necessità a livello globale per favorire il rilancio dell’economia e dell’occupazione dopo una situazione di crisi come quella che abbiamo appena vissuto a causa del Covid. Anche per la nostra regione, e soprattutto per il comparto vitivinicolo, gli Stati Uniti rappresentano un importante mercato di sbocco fuori dai confini comunitari, dove la qualità soprattutto dei nostri vini DOC continua a far crescere la notorietà e l’apprezzamento del Made in Liguria”.