Genova. Un green pass “rafforzato”, valido solo per i vaccinati, da applicare a partire dalla zona arancione, solo per accedere alle attività di aggregazione sociale e del tempo libero. È la ricetta del presidente ligure Giovanni Toti per gestire le possibili restrizioni contro la crescita esponenziale dei contagi. Una sorta di lockdown per i non vaccinati, ma in formato leggero, anche perché il Governo, rispondendo indirettamente alle sollecitazioni delle Regioni che hanno chiesto di proteggere gli immunizzati da nuove limitazioni, ha escluso per ora l’applicazione del modello austriaco in salsa italiana.
“Un green pass rafforzato derivante solo da vaccino nelle regioni che passano magari non in zona non gialla ma in zona arancione credo sia indispensabile. Il mio capogruppo Marin presenterà un ordine del giorno in Parlamento, quindi è un dibattito che c’è”, ha detto questa mattina Toti, che è anche cofondatore di Coraggio Italia, parlando in diretta a Mattino 5.
Poi ha precisato: “Possiamo immaginare un green pass valido solo col vaccino e uno possibile anche dal tampone. Per lavoro, scuola, spesa, acquisto di generi alimentari è evidente che non si possono restringere libertà di nessun cittadino, ma per andare al cinema, in palestra, giocare a calcetto, frequentare il ristorante e altri luoghi di grande affollamento che fortunatamente abbiamo riaperto io credo ci possano essere distinzioni. Non si tratta di attività essenziali nella vita. Per la socialità fare il vaccino è indispensabile ed è bene che qualcuno lo capisca, anche perché non è una misura da prendere a cuor leggero né per piacere, ma qualcosa che può servire se continuassero a crescere contagi”.
Al momento la Liguria, a differenza di regioni come il Friuli, non rischia la zona gialla (come ha definitivamente chiarito lo stesso Toti ieri sera), ma “se supereremo la soglia del 15% di posti letto occupati da pazienti Covid in area medica e del 10% in terapia intensiva, vorrà dire continuare a ridurre i servizi in sanità a tutti gli italiani, ridurre screening per tumori, mammografie, la chirurgia ortopedica. Non credo che questi cittadini, che hanno diritto a una sanità per tutti in tempi ragionevoli, debbano essere penalizzati da altri cittadini che hanno deciso per loro uggia, ideologica o meno, di non fare un vaccino sperimentato su 5 miliardi di persone nel mondo”.
D’altro canto Toti si è confermato ottimista verso le festività natalizie, accodandosi alle previsioni dell’epidemiologo Giancarlo Icardi su Genova24: “Il virus ci ha insegnato a essere prudenti, ma per le proiezioni dei miei numeri, se terremo le mascherine, se ci sarà l’obbligo della terza dose per i sanitari che sarebbe bene arrivasse subito per proteggerli, se andremo avanti a fare bene il nostro mestiere, credo che sarà un Natale sia pure prudente, ma certamente migliore dell’anno scorso”.