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La rabbia dei balneari: “Sentenza sconcertante, angoscia per tante famiglie e lavoratori”

Capacchione (Sib Confcommercio): "Pronti ad ogni iniziativa per tutelare le imprese del settore"

stabilimenti balneari

Liguria. Rabbia e sconcerto da parte dei balneari per la sentenza del Consiglio di Stato sulle concessioni demaniali, con la proroga indicata solo fino alle fine del 2023: “Pronti a tutelare in ogni modo decine di migliaia di famiglie e di onesti lavoratori gettate, oggi, nell’angoscia più totale per la prospettiva di perdere il lavoro e i loro beni“, ha affermato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio.

Dunque, all’orizzonte, solo due stagioni estive per i gestori dei bagni marini, prima dell’avvio delle gare per le concessioni.

“Ci riserviamo di leggere con la dovuta attenzione e deferenza le motivazioni della sentenza del Consiglio di Stato sulle concessioni demaniali marittime oggi depositata all’esito del quale decideremo le iniziative da intraprendere”

“Immediatamente non possiamo però non registrare che questa sentenza appare sconcertante prima ancora che sconvolgente perché si discosta da consolidati orientamenti giurisprudenziali, anche costituzionali, a tutela della proprietà aziendale, del lavoro e della certezza del diritto”.

E il sindacato dei balneari rincara ancora la dose: “È persino imbarazzante non tanto perché è una sorta di messa in mora del legislatore chiamato disciplinare le gare con modalità da essa stessa stabilite quanto per la sua lampante contraddittorietà. Infatti il Consiglio di Stato afferma la contrarietà al diritto europeo delle proroghe disposte dal legislatore e dalla Pubblica amministrazione in quanto automatiche e generalizzate e nel contempo stabilisce una proroga altrettanto automatica e generalizzata però solo di due anni!”.

“In definitiva rivendica a sé ciò che, invece, non consente agli altri Poteri dello Stato. Per cui oltre alle proroghe del legislatore e dei Comuni adesso abbiamo anche quella dei giudici!”.

“Come abbiamo sempre chiesto: spetta allo stesso legislatore e non ai giudici trovare il giusto bilanciamento fra la tutela della concorrenza e quella dei diritti fondamentali dei concessionari che con questa sentenza sembrano essere stati calpestati. È tempo che ciò avvenga!” conclude il Sib-Confcommercio.

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