Genova. Esattamente un anno fa all’ospedale Villa Scassi di Genova si spegneva Gaia Morassutti, 16 anni, una delle ragazze rimaste gravemente ferite nel terribile incidente del 24 ottobre 2021 in piazzetta Pedegoli a Quezzi. Un’auto che piomba a folle velocità verso i ragazzi riuniti per una normale serata in compagnia, un motorino sbalzato che all’improvviso prende fuoco, un inferno di fiamme e lamiere in cui quattro amiche (di cui una incinta, che avrebbe partorito pochi giorni dopo) restano imprigionate: Gaia avrebbe lottato per 21 giorni prima di soccombere alla gravità delle ustioni riportate.
Una vicenda che ha sconvolto tutto il quartiere sulle alture della Valbisagno e soprattutto i suoi amici e compagni di scuola del liceo Pertini, che non hanno mai rinunciato a mostrarle platealmente il loro affetto, come quando hanno tappezzato le strade di palloncini gialli nel giorno del suo funerale.
Oggi è stato organizzato un evento per rinnovare quella dimostrazione di amore al di là della morte: alle 18.00 da piazza Santa Maria, davanti alla chiesa, partirà una fiaccolata lungo via Fontanarossa in cui i ragazzi esporranno nuovi cartelli e striscioni. All’arrivo in piazzetta Pedegoli, dove a Gaia è stata dedicata una targa, ci sarà un momento di commemorazione in cui la tristezza sarà sostituita dalla gioia dei fuochi d’artificio.
Il giovane alla guida della Bmw che ha provocato l’incidente, il 23enne Luca Bottaro, è stato condannato sei anni di reclusione con rito abbreviato per omicidio stradale, lesioni gravi e omissione di soccorso. Il pubblico ministero Daniela Pischetola aveva chiesto la condanna a nove anni e quattro mesi.
Secondo quanto ricostruito dagli agenti della sezione infortunistica della polizia locale, quella sera al volante c’era Bottaro (difeso dall’avvocato Pietro Bogliolo) e con lui altre due ragazzi e una ragazza. La macchina, secondo i testimoni, era arrivata alla curva a velocità sostenuta. Il giovane aveva perso il controllo ed era piombato sulla piazzetta urtando alcuni motorini che si erano incendiati ed erano finiti addosso alle ragazze. Dopo l’incidente Bottaro aveva fatto scendere gli amici ed era fuggito. Era stato rintracciato dopo ore dagli investigatori mentre uno degli amici e la ragazza si erano costituiti in Questura. Il terzo giovane era stato rintracciato i giorni successivi.
Dopo la tragedia il quartiere si era interrogato sulle possibili azioni da intraprendere per evitare che un evento così potesse ripetersi. Dal presidente del Municipio, Massimo Ferrante, era arrivata la proposta di installare semafori dissuasori che facessero scattare il rosso (con multa automatica) in caso di superamento del limite di velocità. L’idea è rimasta finora lettera morta e gli abitanti continuano a denunciare le folli corse notturne dei pirati della strada.