Genova. 100 milioni di investimento privato, 90 anni di concessione a 375mila euro all’anno, 12-16 mesi di cantieri, 40mila metri quadri di spazio, 30 anni di sostanziale abbandono, almeno 4 o 5 false ripartenze. Sono i numeri dell’Hennebique, l’ex silos granaio del porto di Genova, realizzato a cavallo tra il 1800 e il 1900 e degradato fino ai giorni nostri. Questa mattina, alla presenza delle autorità e della società privata che lo trasformerà, l’avvio dei cantieri.
Che dureranno tra e 12 e i 16 mesi e porteranno la struttura, vincolata dalla Sovrintendenza, a diventare uno spazio per i turisti delle crociere, con hotel, negozi e miniappartamenti, ma anche per trasfertisti e studenti, e poi uffici, coworking, un centro per la ristorazione. Nel nuovo Hennebique saranno ricavate anche due piazze, per le quali sarà necessario abbattere alcuni dei volumi interni (mentre l’aspetto esterno sarà mantenuto nella sua geometria). Qui ulteriori dettagli sul progetto
Nel dicembre scorso, quindi quasi un anno fa, dopo una gara andata deserta e un nuovo bando lanciato, il consorzio di imprese guidato da Vitali aveva firmato con l’autorità di sistema portuale l’atto che consentiva l’avvio delle fasi di progettazione definitiva e dell’esecuzione dei lavori. Dopo alcune opere propedeutiche, la partenza vera e propria dei cantieri.
Ma il recupero dell’ex silos ha una storia lunga e tormentata. Nel 2008 i macchinari interni, inutilizzati dagli anni Novanta, sono smontati. Si tenta di riconvertire già allora la struttura a terziario ma con scarso successo. Il pontile viene demolito per le esigenze di manovra delle navi da crociera. All’inizio del 2010 si parla dell’Hennebique come possibile nuova sede della facoltà di Ingegneria ma come noto non se ne fa niente.
L’edificio ha un’importanza storica e architettonica notevole. InGE, associazione genovese che si occupa di archeologia industriale e che organizza visite guidate alle banchine del porto, ricorda che nel 1899-1901 è il più importante edificio costruito in cemento armato con un sistema trave-telaio portante, sostanzialmente calcestruzzo (inventato e brevettato dal francese François Hennebique, fondatore della Beton Armé Système Hennebique) in tutta Europa.
Di fronte all’Hennebique intanto sono in azione ormai da qualche mese le ruspe per radere al suolo l’area di Ponte Parodi, altro spazio inutilizzato e protagonista di tante sfortunate vicende di riqualificazione. Il più importante progetto ad essersi arenato fu quello del prestigioso studio olandese Van Berkel e Bos che nel 2001 aveva immaginato una piazza del mare. A fermare tutto era stata una serie di intrichi e ricorsi che ebbero per protagonisti Autorità portuale, Porto Antico e la società francese (Altarea) che avrebbe dovuto gestire Ponte Parodi.
Al momento il progetto più recente per ponte Parodi prevede uno spazio polifunzionale di fatto legato all’Hennebique: quindi fondamentalmente parcheggi e un supermercato.
La ripresa dei traffici crocieristici e le prospettive di crescita, oltre al reperimento dei fondi per la nuova funivia del Righi (che partirebbe proprio dalla stazione marittima) hanno dato un respiro diverso a trasformazioni e recuperi attesi da tempo e che, basandosi sul sistema del project financing, quindi dell’affidamento a privati, avevano bisogno di motivazioni economiche più che consolidate per ripartire.
“Siamo orgogliosi di essere protagonisti di questo importante progetto per la città di Genova. Un piano ambizioso – commenta l’amministratore Delegato di Vitali Spa, Cristian Vitali – che porterà lustro a Genova, proiettandola automaticamente verso una nuova dimensione di città evoluta e innovativa. Genova è da sempre simbolo di sostanziosi investimenti infrastrutturali, e Hennebique può esserne considerato il simbolo. Abbiamo sviluppato un progetto che coniuga in maniera sublime l’impronta storica dell’edificio con le migliori tecnologie impiantistiche. Una vera e propria macchina intelligente. Le rinnovate facciate impreziosiranno i profili della città.”
“Il piano per la riqualificazione di uno spazio così strategico per la città come quello dell’ex silos di Hennebique è stato uno dei primi impegni che mi ero preso con la città, ancora prima di diventare sindaco. In questi anni, insieme a Sistema di Autorità Portuale e Regione Liguria, abbiamo lavorato duro perché si potesse arrivare a dare una nuova vita ad uno spazio di elevate dimensioni, che rappresenta un pezzo di storia del lavoro della città ed in particolare del suo porto, e che ha un notevole impatto visivo sia per le persone che arrivano in città dal mare, sia per coloro che entrano nel cuore di Genova attraverso la strada Sopraelevata o via Gramsci. Con la partenza dei primi cantieri possiamo cominciare a fare il conto alla rovescia e a immaginare che significato avrà un fronte mare riqualificato anche in questo spazio con attività di servizio al territorio e ai turisti: siamo orgogliosi di aver mantenuto la promessa, ulteriore dimostrazione di quanti passi in avanti la città stia facendo in questi ultimi anni” spiega il sindaco Marco Bucci
“Quello di oggi è un momento storico per la città di Genova e per tutta la Liguria – commenta Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria – Un passo fondamentale e concreto all’interno di un percorso lungo e delicato, nel quale si mette un punto fermo. Grazie al lavoro congiunto e sinergico di Regione Liguria, Comune di Genova e Autorità portuale diamo corpo al rilancio e alla riqualificazione di uno dei luoghi più significativi del fronte mare di Genova. L’Hennebique, oltre a essere un edifico di straordinario valore storico, si trova in una zona assolutamente strategica della città, incastonato tra la stazione marittima e la facoltà di Economia e Commercio. Riqualificare a dare nuova vita a questo edificio significa fornire opportunità di lavoro e sviluppo alla città, in particolare penso al settore crocieristico, ma anche inserire un ulteriore tassello nel più ampio piano di rigenerazione del fronte mare della città, che parte dal waterfront di Levante e dalla Fiera e ha la sua naturale prosecuzione nel Porto antico e, appunto, nell’Hennebique”.
/foto: Paolo Mazzaron, associazione INGE/