Genova. Protesta con un corteo a Cornigliano fino in piazza Massena e niente presidio sotto la direzione dello stabilimento “per chiedere perché non viene pagato il premio di risultato del 3%”, nonostante la proposta in tal senso fatta dal lavoratore dell’Usb Fabio Ceraudo in assemblea che in un primo tempo era stata raccolta.
“Abbiamo deciso di farci vedere – aveva detto il coordinatore dell’rsu Armando Palombo – perché dopo la manifestazione del 10 novembre a Roma da parte del governo c’è stato l’ennesimo silenzio. Ci avevano garantito che entro 24ore ci avrebbero comunicato la data per un incontro con il ministro Giorgetti ma nessuna data è mai arrivata. Quindi ora siamo qui per chiedere al ministro di rispettare quello che aveva detto: ci aveva detto che entro ottobre ci sarebbe stato un incontro per illustrarci qualcosa, un piano industriale o almeno delle linee guida e invece siamo arrivati a oltre metà novembre mentre il lavoro in questa fabbrica è ormai ai minimi”.
L’ex delegato della Uilm ora passato allUsb Fabio Ceraudo aveva chiesto spostare in parte la protesta sotto la direzione dell’azienda ma dopo un primo momento in cui sembrava che la proposta fosse stata accolta, il presidio non c’è stato e la manifestazione si è chiusa in piazza Massena con un ritorno dei lavoratori in fabbrica in tempo per la mensa.
“Oggi i delegati e l’assemblea hanno preso una posizione chiara contro il governo – ha spiegato il coordinatore della Rsu, Armando Palombo (Fiom) – la protesta finisce alle 11, si va in mensa e basta. Poi, se qualcuno ha altre idee, le metta in pratica. Io in passato l’ho fatto, anche se non tutti i sindacati erano d’accordo” escludendo, dunque, il presidio sotto la direzione dello stabilimento.
“Siamo stati a Roma per la manifestazione nazionale unitaria per ribadire che il Governo deve battere finalmente un colpo su Acciaierie d’Italia, invece non si è mosso ancora nulla. Per questa ragione questa mattina siamo scesi in piazza per manifestare, i lavoratori di Cornigliano vogliono risposte su piano industriale, investimenti, retribuzione e Ilva in amministrazione straordinaria – spiega Nicola Appice della Rsu Fim Cisl – Il Governo si si muova altrimenti faremo sentire nuovamente la voce dei lavoratori”
“Noi non mischiamo la campagna elettorale con il nostro futuro. Non ho amici da difendere al governo, ma solo i lavoratori che mi hanno eletto” ha concluso Palombo, con evidente riferimento allo stesso Ceraudo, che è anche consigliere comunale del M5S.
Dopo l’uscita dallo stabilimento il corteo si è mosso in direzione della strada a mare Guido Rossa e poi da lì si dirigerà a Cornigliano. La manifestazione terminerà comunque entro l’ora di pranzo.
Qualche momento di tensione sulla Guido Rossa con un’automobilista donna che ha pesantemente insultato i lavoratori urlando che doveva andare a lavorare e che è stata a sua volta coperta di improperi. Poi si è trovata un mediazione e la donna, che sembra lavori in un ospedale, è stata fatta passare.
Obiettivo dei lavoratori è chiedere la fine della cassa integrazione “perché non c’è nessuna crisi di mercato” ribadiscono i lavoratori e investimenti per gli impianti di tutti gli stabilimenti, promessi fin dall’ingresso di Arcelor Mittal nel 2018 e mai realizzati.
“Il governo giallo-verde-rosso-azzurro e’ scomparso dai radar della vertenza Acciaierie d’Italia – spiegava la nota dell’rsu che convocava la protesta di oggi – mentre il gruppo Arcelor-Mittal annuncia e pianifica in Europa piani miliardari per la transizione energetica dei suoi impianti siderurgici in Francia, come in Germania e Spagna” dice l’rsu. Il governo italiano e’ “in fortissimo ritardo e, dopo l’annuncio della costituzione di Acciaierie d’Italia con l’ingresso dello Stato insieme ad Arcelor-mittal, registriamo che gli impianti sono privi della manutenzione ordinaria oltre alla carenza di organici in violazione degli accordi presi”. Non solo, l’rsu rispolvera la vertenza che già aveva portato in piazza i lavoratori quest’estate e non si è mai chiusa: “Il ministro del lavoro permette l’utilizzo della cassa integrazione ordinaria in un contesto di fortissima ripresa del mercato siderurgico”. I lavoratori chiedono “un incontro con il ministro dello Sviluppo economico e la fine della cassa integrazione ordinaria oltre al sollecito del “pagamento del 3% del premio di risultato, anch’esso inserito nell’accordo del 6 settembre 2018”.