Liguria. I fatti di cronaca che parlano di aggressioni nei confronti dei conducenti di autobus sono sempre più spesso in primo piano. La Fast/Confsal Liguria sottolinea come il tema sia sempre caldo e ritiene importante parlarne ancora, per rispetto agli autoferrotranvieri genovesi, sempre più spesso coinvolti in aggressioni.
L’ultimo episodio è avvenuto alcuni giorni fa per futili motivi: il doveroso richiamo dell’autista ad un passeggero di indossare la mascherina, in base alle disposizioni anticovid, ha fatto reagire con violenza quest’ultimo, che ha preso a schiaffi il conducente.
“Ci rammarichiamo innanzitutto che il rispetto delle persone non sia più di moda – si legge nella nota sindacale – e che la percezione della certezza delle pene sia divenuta molto labile, poiché con cadenza settimanale gli autisti sono vittime di minacce o di aggressioni, sia verbali sia fisiche, da parte di persone molto poco equilibrate. Ma crediamo che bisogna passare alle misure di contrasto”.
La Fast/Confsal Liguria ritiene che una prima ipotesi potrebbe essere il collegamento del pulsante di sicurezza a bordo direttamente con le forze dell’ordine (polizia, polizia locale), anziché con la centrale operativa di Amt, per un risparmio di tempo prezioso per l’intervento; altra misura potrebbe essere una campagna informativa (come è stata condotta a Roma) per scoraggiare i malintenzionati a comportamenti violenti.
La segreteria regionale Fast/Liguria ricorda di aver già prodotto, nel recente passato, anche in prefettura, alcune proposte per il contrasto alle aggressioni, in altre aziende di trasporto collettivo di persone, e di essere pronta a proseguire questo impegno con tutte le figure istituzionali (prefetto, assessori competenti, consiglieri delegati della Città Metropolitana…), le rappresentanze politiche nelle commissioni comunali, e soprattutto con la direzione di Amt, per tutelare i lavoratori autoferrotranvieri, anche in questo ambito.