Genova. “Lontano dagli occhi, lontano dal cuore” recita un proverbio. Ma lo stesso non vale per gli abitanti di Sampierdarena ai quali proprio non piace l’ipotesi – ormai quasi una certezza – che i depositi costieri delle aziende chimiche Superba e Carmagnani siano spostati da Multedo a ponte Somalia, in porto sì ma anche a poche centinaia di metri dalle case di via Sampierdarena.
Nei corridoi di Tursi la scelta di ponte Somalia, filtrata sui quotidiani come rumor, è ormai quasi ufficiale tanto che lo stesso sindaco ha usato parole rassicuranti per i cittadini: “Non ci sono problemi per la salute, non ci sono problemi per la vista perché i depositi non si vedrebbero dalle case e non ci sono neanche problemi con Enac, per l’atterraggio degli aerei, ecco perché ci abbiamo messo un po’ a scegliere quel posto, perché volevamo un posto che non comportasse problemi”. In realtà prima dell’ok servirà sicuramente una modifica del regolamento portuale perché lì, in teoria, le navi cisterna non potrebbero attraccare.
Scartate ormai da tempo le opzioni Lanterna ed ex Ilva, e passata in secondo piano anche quella del terminal Messina, sempre in area portuale, ma vicino alla foce del Polcevera, ormai dall’estate scorsa si sta lavorando sull’ipotesi ponte Somalia. Come riportato dal SecoloXIX nei giorni scorsi – dopo un accordo raggiunto tra privati – l’azienda Superba ha presentato all’Autorità portuale un’istanza formale per avere una porzione degli spazi attualmente affidati al terminal San Giorgio e nei quali dovrebbe spostarsi, appunto, Superba con Carmagnani.
La soluzione, a un passo dall’ufficialità, ha già messo in allarme i cittadini di Sampierdarena che da mesi si sono attivati per provare a fermare questa ennesima spada di Damocle che incombe sul quartiere: se è vero come sarà che i depositi non saranno a vista delle case (vista protetta certo non da viali alberati ma da pile di container), i due impianti restano catalogati come a “rischio di incidente rilevante” per i materiali stoccati (derivati del petrolio tra cui carburanti) e in caso di incidente non sono escluse conseguenze esterne anche importanti e in caso di disastro i palazzi di lungomare Canepa non sono certo così distanti.
“Via Sampierdarena e il municipio sono a neanche 300 metri di distanza mentre i depositi non saranno interrati come a Multedo – fanno notare dal Comitato Lungomare Canepa che da anni si batte per la riqualificazione del quartiere – Questa sarebbe la “giusta soluzione” sulla quale ad oggi non risulta alcuna opposizione istituzionale, anzi: insediamenti industriali di fianco alle case.
“Il Ponente verrebbe trascinato indietro di 70 anni, sotto casa di lor signori di Carignano invece tornerà il mare e si dispiegheranno le vele”. Nei mesi scorsi, quando per la prima volta Sampierdarena finì nel pallottoliere della ricollocazione dei depositi, i residenti iniziarono la mobilitazione arrivando a coinvolgere tutti i quartiere del ponente, chiedendo l’opzione zero, vale a dire quella della totale dismissione degli impianti. Ma dalle istituzioni questa ipotesi non è mai stata presa in considerazione.
“A Sampierdarena ci sono già cinque impianti a rischio incidente rilevante, questi sarebbero il sesto e il settimo – spiega Silvia Giardella, coordinatrice del comitato che giusto un mese fa aveva ‘regalato’ nella mani del sindaco il progetto della galleria fonoassorbente per coprire la Gronda a Mare di lungomare Canepa – siamo pronti alla mobilitazione, insieme a tutti i comitati del ponente e abbiamo già attivato il nostro team legale per rispondere su tutti i fronti. Si parla sempre di green ma poi alla prova dei fatti si ragiona come 70 anni fa”
Immediata la reazione anche del municipio II Centro Ovest, il cui presidente, Michele Colnaghi ha organizzato per il 10 dicembre un’assemblea pubblica per “decidere insieme la linea da seguire e le iniziative comuni da portare avanti in merito a una scelta scellerata. Il nostro territorio ha già pagato un prezzo troppo alto, negli anni ci sono state imposte scelte sciagurate e servitù sempre crescenti. La nostra voce dovrà essere portata in piazza per arrivare fino a Palazzo Tursi, Palazzo San Giorgio e presso la sede della Regione Liguria, perché mi pare evidente che questo sia l’unico tipo di reazione e di replica che comprendono”.
Nei primi giorni di dicembre, presumibilmente dopo il 6, ci sarà anche un’assemblea pubblica con i cittadini di Multedo. Riunione che non sarà semplice, vista l’esasperazione del quartiere, ma che sarà comunque più semplice del dialogo che dovrà instaurarsi con i comitati di Sampierdarena. Anche perché Bucci inizia a essere stanco dei “no” su questa partita: “Ogni genovese che dice ‘no’ deve dire anche ‘dove’, soprattutto se appartiene a partiti politici o a determinate categorie economiche, altrimenti fa solo strumentalizzazione”.
Il punto è che il tempo stringe. All’interno del programma straordinario di investimenti per la città e il porto approvato dopo il crollo di ponte Morandi sono a disposizione 30 milioni per il trasferimento di Carmagnani e Superba ma quei soldi devono essere almeno impegnati entro la fine dell’anno in corso 2021 altrimenti andranno persi.