Educazione digitale

Dal cyberbullismo alla pedopornografia, la polizia postale mette in guardia gli studenti genovesi

L'incontro si è tenuto ai Magazzini del cotone nell'ambito del salone Orientamenti

Genova. Violazione della privacy, pedopornografia, furto di identità, filtri Instagram fasulli, truffe, cyberbullismo, body shaming, fake news, perdita di contatto con la realtà.

Sono molti e di tipi diversi i reati in cui gli adolescenti, ma non solo, possono incappare navigando sul web, senza un minimo di coscienza e percezione del rischio. Ed è proprio sui rischi e le conseguenze di questi reati che l’ispettore della polizia postale e delle comunicazione di Genova, Danila Dighero, si è soffermata oggi nell’ambito dell’incontro con gli studenti, “Funzionamento delle rete e rischi a cui i ragazzi sono esposti”, in programma a Orientamenti 2021, ai Magazzini del Cotone.

“Sappiate e ricordate che tutto quello che facciamo utilizzando internet rimane tracciato. Qualsiasi-cosa-rimane-tracciata” specifica a denti stretti l’ispettore Dighero rivolgendosi ai giovani con tono serio.

A questo punto in sala cala il silenzio, il brusio dei giovani cessa immediatamente e le orecchie si tendono.
“Il responsabile di un’immagine pedopornografica o di un video denigratorio viene individuato nell’arco di poco tempo attraverso l’analisi dell’indirizzo IP. Non ha scampo”, continua Dighero.

“È capitato che un ragazzo sia stato inserito, senza il suo consenso, in una chat di Whatsapp in cui è stato inviato materiale pedopornografico” – racconta l’ispettore – il giovane anziché segnalare il fatto alla polizia postale ha pensato bene, ingenuamente, di inoltrare foto e video agli amici e per questo è stato identificato e segnalato all’autorità giudiziaria”.

“Ogni qualvolta si riceve materiale di questo tipo occorre segnalare e non inviare assolutamente, altrimenti si passano guai seri”, spiega l’ispettore.

I ragazzi in sala sono sempre più attenti e l’ispettore senza perdere la loro attenzione racconta anche un episodio di cyberbullismo di cui è rimasta vittima una ragazza.

“Una ragazza, di nome Carolina, si è suicidata dopo che un suo video in cui era ripresa in un momento in cui era completamente ubriaca ha cominciato a girare in rete. Nel video inoltre si vedeva che alcuni giovani cercavano di abusare di lei sessualmente. Non ha retto alla pressione e ha deciso di farla finita. Niente di più grave. Questo è cyberbullismo, uno dei reati che più combattiamo ogni giorno”, conclude l’ispettore.

All’incontro di oggi sull’educazione digitale è stato promosso dall’Agenzia per la famiglia del Comune di Genova, di cui Liana Burlando è referente, in collaborazione con l’Università della strada di cui Simona Baracco e Marzia Perrone sono formatrici e relatrici.

Si è trattato del primo di una serie di incontri che si terranno a Genova nei prossimi mesi rivolti a adolescenti e adulti, per formare e informare sui rischi della rete.

Il prossimo incontro “Nasci, cresci e posta – riconoscere e comprendere i vissuti legati all’utilizzo del digitale” si terrà il 27 novembre prossimo a palazzo Tursi dalle 9.30 alle 12.30, con lo psicoanalista e psicoterapeuta Alberto Rossetti.

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.