In peggioramento

Covid, per l’Europa la Liguria diventa rossa: possibili restrizioni per i viaggi internazionali

L'approccio basato sulla certificazione europea di vaccinazione o guarigione potrebbe essere derogato in base alle zone di rischio

mappa europa liguria rossa

Genova. Come ogni giovedì l’European Centre for Disease Prevention and Control (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), vale a dire l’agenzia indipendente dell’Unione europea che ha lo scopo di rafforzare le difese dei paesi membri dell’Unione nei confronti delle malattie infettive, ha aggiornato il monitoraggio delle varie regioni del continente, e questa volta la Liguria è stata classificata come rossa, insieme a Valle d’Aosta , Veneto, Emilia-Romagna, Val d’Aosta, Marche, Lazio e Provincia di Trento, regioni che condividono lo stesso colore di praticamente tutta la Francia, Spagna, Portogallo, nord della Germania e buona parte dei paesi scandinavi.

La mappa, come è noto, è stata pensata come strumento di informazione ma viene utilizzata in supporto al ‘Council Recommendation on a coordinated approach to the restriction of free movement in response to the Cvodi-19 pandemic’, ovvero il documento elaborato dalla Commisione Europea con le raccomandazioni per avere un approccio coordinato sulle restrizioni di movimento tra aree dell’Unione Europea per contenere la pandemia. Rispetto a quanto visto nei mesi scorsi, gli spostamenti dei cittadini europei tra gli stati sono regolati da oggi con un nuovo “approccio basato sulla persona“: un cittadino in possesso di un certificato digitale Covid UE valido, che equivale al nostro nuovo “Green Pass rafforzato” (vaccinazione o avvenuta guarigione), in linea di principio non dovrebbe essere soggetto a ulteriori restrizioni, come test o quarantena, indipendentemente dal luogo di partenza nell’Unione Europea. Le persone senza un certificato digitale Covid dell’UE dovrebbero essere autorizzate a viaggiare sulla base di un test effettuato prima o dopo l’arrivo.

Ma i colori permettono eventuali deroghe a questo principio in base alla diversa graduazione, a partire dal verde a circolazione del coronavirius particolarmente bassa, e aree rosso scuro, cioè a circolazione virale particolarmente elevata. In mezzo l’arancione e il rosso. La nostra regione è quindi nella seconda fascia per ordine di gravità: nel nostro paese ad essere al primo posto, vale a dire rosso scuro, si trova solamente la Provincia di Bolzano e il Friuli Venezia Giulia, insieme all’altra metà della Germania e praticamente tutta l’Europa dell’est.

“In considerazione della difficile situazione epidemiologica legata a varianti di coronavirus più infettive – si legge nella nota stampa diffusa questo pomeriggio per spiegare l’aggiornamento della mappa – gli Stati membri dovrebbero scoraggiare fortemente tutti i viaggi non essenziali da e verso il “rosso scuro” e scoraggiare tutti questi viaggi da e verso le zone “rosse”. Sulla base della mappa comune, gli Stati membri decideranno poi se introdurre determinate restrizioni, come la quarantena o i test, sui viaggiatori provenienti da altre zone. Gli Stati membri hanno concordato che non ci saranno restrizioni, come quarantena o test, solo per i viaggiatori provenienti da regioni verdi”

Spetterà agli Stati membri decidere quindi “quali misure applicare alle persone che viaggiano dalle aree a rischio verso i loro territori e se richiedere una quarantena o un test rapido antigenico. Gli Stati membri possono anche richiedere alle persone che entrano nel loro territorio di presentare moduli di localizzazione dei passeggeri, in conformità con i requisiti di protezione dei dati”.

Essere inseriti in una zona piuttosto che un’altra, quindi, non è vincolante e non ha forza di legge, ma sono raccomandazioni per una gestione comune tra stati di quello che sta accadendo, cercando di garantire il più possibile gli spostamenti necessari, soprattutto quelli per lavoro. Ad oggi però non risultano restrizioni ai viaggiatori stranieri che rientrano dalla nostra regione, ma nei fatti potrebbero essere attivati, in base alle scelte dei singoli stati. E soprattutto fotografa una tendenza, purtroppo in peggioramento, per tutti.

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