Genova. “Siamo già nella quarta ondata della pandemia”. L’allarme di Marco Cavaleri, responsabile delle vaccinazioni dell’Ema (l’agenzia europea del farmaco) si somma a quello dell’Organizzazione mondiale della sanità che ha stimato “un altro mezzo milione di morti” in Europa da qui a febbraio manifestando preoccupazione per il ritmo con cui ha ripreso a diffondersi la pandemia in Europa. Il tutto mentre gli ultimi dati evidenziano una risalita dei contagi anche in Italia, e la Liguria in questo senso non fa eccezione.
Il report settimanale della fondazione Gimbe non lascia spazio ai dubbi: nella settimana dal 27 ottobre al 2 novembre la nostra regione ha registrato il 45,8% di nuovi casi in più rispetto alla settimana precedente. Si tratta di una delle percentuali più alte in Italia, ben superiore alla media nazionale, che si attesta al 16,6%, anche se inferiore a quelle di Sardegna (71,5%), Friuli (70%) e provincia autonoma di Bolzano (55,2%). L’incidenza dei nuovi casi resta comunque molto bassa rispetto alla popolazione.

Il campanello d’allarme, almeno per ora, non si traduce in un peggioramento sensibile nelle strutture sanitarie che restano ben al di sotto delle soglie critiche: in Liguria è occupato da pazienti Covid il 5% dei posti letto in area medica (media nazionale 5%) e il 4% dei posti letto in terapia intensiva (media nazionale 4%).
Ma la preoccupazione viaggia oltre i confini regionali e nazionali. “Siamo, di nuovo, all’epicentro” della pandemia, ha detto il direttore per l’Europa dell’Oms, Hans Kluge. “L’attuale ritmo dei contagi nei 53 paesi della regione europea suscita forte preoccupazione”, ha detto Kluge in conferenza stampa aggiungendo che una proiezione affidabile lascia prevedere “un altro mezzo milione di morti da covid-19” entro febbraio se l’attuale tendenza dovesse continuare.
Non è diversa la posizione dell’Ema: “La situazione epidemiologica del Covid in Europa è molto preoccupante. È di assoluta importanza che tutti si vaccinino, perché nessuno è protetto fino a quando tutti saranno protetti. Occorre seguire tutte le precauzioni con attenzione”.
“Ci sono soggetti particolarmente vulnerabili al virus del Covid. Già raccomandiamo una terza dose per pazienti immunodepressi e non è escluso che questa categoria di persone che non rispondono alla vaccinazione possa avere benefici da una quarta dose già adesso – ha aggiunto Cavaleri, responsabile della strategia vaccini dell’Agenzia europea del farmaco- . Stiamo raccogliendo dati per dare indicazioni certe il prima possibile sulle fasce di popolazione che potrebbero beneficiare di una quarta dose nel prossimo futuro”.
“Le parole dell’Oms di oggi non possono essere sottovalutate: il contagio in Europa sta crescendo in modo significativo soprattutto in alcuni Paesi ma l’alta diffusione di vaccino ci sta consentendo di rompere la catena tra il numero dei contagiati e il numero di ospedalizzati e decessi. I numeri dell’Italia sono in questo momento più bassi degli altri Paesi Ue ma più alti per le vaccinazioni. Quindi la strada della vaccinazione è quella giusta: i vaccini sono il vero strumento per gestire questa fase“, ha ribadito il ministro della Salute, Roberto Speranza, sottolineando che “dobbiamo accelerare sulla terza dose che è un pezzo fondamentale della nostra strategia e dobbiamo insistere perché con essa alziamo il livello di protezione soprattutto nei più fragili”.
Ma a che punto siamo in Liguria con le terze dosi? Sempre secondo il report di Gimbe, per quanto riguarda le dosi aggiuntive, cioè quelle riservate a soggetti immunocompromessi per i quali la seconda non è ritenuta sufficiente a garantire la protezione, siamo al 55,2% della platea raggiungibile, meglio della media nazionale che si attesta al 31,5%. Diversa la situazione per le dosi booster, somministrabili a sei mesi dal completamento del ciclo e attualmente destinate a over 60, ospiti e operatori delle Rsa e personale sanitario: la Liguria è ferma al 19,1% contro una media italiana del 27,6%.