Traguardo

Consegnata al ministro Bianchi la “Carta di Genova” per la riforma dell’orientamento

È il documento programmatico che le Commissioni congiunte di Istruzione e Formazione della Conferenza delle Regioni avevano approvato all'unanimità nel capoluogo ligure in occasione del Salone Orientamenti

Generico novembre 2021

Genova. L’assessore regionale alla Formazione Ilaria Cavo oggi a Verona, in occasione della giornata conclusiva del salone ‘Job&Orienta’, ha consegnato ufficialmente al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi la Carta di Genova, documento programmatico per la riforma dell’orientamento che le Commissioni congiunte di Istruzione e Formazione della Conferenza delle Regioni avevano approvato all’unanimità nel capoluogo ligure in occasione del Salone Orientamenti.

“Questa consegna, a nome di tutti di tutti gli assessori regionali – dichiara l’assessore Ilaria Cavo – segna un legame tra due eventi importanti sui temi dell’orientamento, la collaborazione tra regioni, la forza e l’unanimità che gli assessori regionali hanno avuto nel presentare un documento articolato al Ministro. Ho seguito personalmente la presentazione e la consegna perché questo documento è nato a Genova nel capofilato che ci è stato riconosciuto nella proposta. Molto positivo il commento del Ministro nel ricevere la Carta di Genova. Il prof. Bianchi ha assicurato un’analisi e un confronto con le Regioni nell’arco dei prossimi 15 giorni per armonizzare questa proposta insieme alle altre riforme che sta portando avanti per il mondo della scuola e della formazione”.

“Nel suo intervento alla manifestazione – aggiunge Ilaria Cavo – il ministro ha sottolineato che l’orientamento non può essere staccato dalla scuola e non può essere il marketing dell’ultima estate. Concetti che condividiamo. Questo documento programmatico racchiude una serie di proposte concrete per fare proprio in modo che l’orientamento diventi strutturale per il mondo della scuola e della formazione a tutti i livelli. La proposta infatti prevede un orientamento che parte dalla scuola primaria, dalle elementari, prevede piani formativi individualizzati per tutti i percorsi di istruzione, moduli di orientamento con attività laboratoriali che il Pnrr delinea per non meno di 30 ore nelle scuole secondarie di secondo grado, estesi anche alle scuole secondarie di primo grado, quindi indirizzati sia alle medie che alle superiori. Il tutto prevede la collaborazione di Enti di Formazione Professionale ed ITS, oltre che degli Atenei, in modo che siano moduli di orientamento sia per le scuole superiori, sia per l’Università sia per i percorsi di formazione professionale e per gli ITS”.

Il documento prevede anche la presenza di testimonial del mondo delle aziende, dando quindi spazio alle vocazioni territoriali e, per come è impostato, prospetta l’introduzione della figura dell’orientatore che, se accolta, dovrà entrare nella riforma del reclutamento dell’organico.
“Questa – conclude l’assessore Ilaria Cavo – è la proposta di un documento che pone l’orientamento non solo come strumento di transizione tra scuola, formazione e lavoro, ma anche come contrasto alla dispersione scolastica e al fenomeno dei NEET. Ora è nelle mani del ministro per un’analisi dettagliata e per un coordinamento con altre riforme previste. Il passaggio di oggi non rimane una lettera di intenti, ma un documento programmatico con la forza delle Regioni al servizio della riforma nazionale”.

Al Salone di Verona presente anche l’assessore regionale al Lavoro Gianni Berrino che si è confrontato con i colleghi delle altre regioni sul tema delle competenze digitali.

“Ho partecipato con grande piacere, su invito dell’amica e collega del Veneto Elena Donazzan al salone Job& Orienta che si è svolto a Verona, ritengo sia assolutamente necessario che vi siano sempre maggiori momenti di confronto e dialogo tra istituzioni, tecnici, famiglie e giovani sul futuro del mercato del lavoro – ha sottolineato Berrino – Job & Orienta a quindici giorni dal Salone Orientamenti di Genova è stata una nuova importante occasione per confrontarci con i colleghi assessori della altre regioni ed i ministri del lavoro e della pubblica istruzione. Il mondo del lavoro evolve velocemente, le politiche attive del lavoro debbono prevedere per tempo dove occorra investire per permettere maggiori opportunità a chi cerca lavoro, e fornire alle aziende persone che abbiano le competenze necessarie. Questo, ad esempio, è quanto si intende fare all’interno del progetto GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori) attivo in Liguria”. “Per fare un esempio concreto nella tavola rotonda di ieri dal titolo “Upskilling e Reskilling” è emerso che entro il 2025 6 lavoratori su 10 dovranno avere competenze digitali – ha proseguito l’assessore – Nei prossimi cinque anni il mercato del lavoro avrà bisogno di non meno di 2 milioni di lavoratori in grado di utilizzare efficientemente gli strumenti digitali”.

I dati pongono l’Italia in fondo alle principali classifiche sulle competenze digitali: con il 15,5 per mille di individui di 20-29 anni laureati in discipline Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) è al di sotto della media europea di 4,1 punti per mille. La distanza è particolarmente ampia se si raffronta a Paesi come la Francia (26,6 per mille), Regno Unito (25,2 per mille) e Spagna (21,5 per mille). “E’ indubbio quindi – ha concluso Berrino – che esista un problema di digital mismatch, ossia un fortissimo disequilibrio tra domanda e offerta nel mercato del lavoro. Disequilibrio destinato ad ampliarsi nel tempo, se non si interverrà con decisione in tal senso”.

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