Tanti esclusi

Cantiere viadotto Bisagno, residenti delle Gavette chiedono riapertura del Pris: “Poca trasparenza per i risarcimenti”

Richiesta anche la messa in sicurezza del versante: "Pronti alla mobilitazione"

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Genova. Un centinaio di persone ieri sera si è riunito presso la sede della Società di Mutuo soccorso Democratica di Staglieno in via delle Gavette per discutere degli esiti del tavolo Pris condotto da Regione Liguria, Comune di Genova, Municipio Media Val Bisagno e società Autostrade per l’Italia per quantificare i risarcimenti ai residenti del quartiere per il mega cantiere che nei prossimi anni dovrà mettere in sicurezza il viadotto Bisagno.

La grande partecipazione degli abitanti delle Gavette è stata alimentata dallo scontento dell’esito delle lunghe trattative che hanno portato l’istituto di certificazione Rina a definire le quattro zone di indennizzo: quattro zone, a partire dalla rossa per chi abita proprio sotto il ponte, che però hanno di fatto tagliato fuori circa 130 famiglie che saranno costrette a convivere in qualche modo con i cantieri, senza però percepire alcun risarcimento.

“Vogliamo capire quali sono stati i criteri con cui sono state scelte queste fasce – spiega Pino Sigia, presidente del Comitato storico delle Gavette Salute e Ambiente Val Bisagno – crediamo che non ci sia stata trasparenza in questa scelta, anche per determinare chi sta in zona gialla o in arancione”. Da qui la richiesta di rivedere tutta la zonizzazione, comprendendo anche le case di via Piacenza e via Laiasso, queste in sponda sinistra, che saranno interessate dai cantieri in una seconda fase. “A noi questo accordo non piace – ha sottolineato Sigia durante l’assemblea – ma attenzione, noi non vogliamo togliere a chi oggi si vede riconosciuto un certo indennizzo, ma solamente allargare a tutti il risarcimento per disagi che riguarderanno tutti i cittadini del quartiere”.

assemblea gavette

Un punto su cui il comitato vorrebbe puntare è il fatto anche polveri e rumori di cantiere sono da considerare disagi e questi in qualche modo devono essere quantificati per tutti, visto che il maxi cantiere di fatto cambierà la vita del quartiere, come sta già facendo, per almeno tre anni. Se andrà bene.

Ma non solo: a scaldare gli animi dell’assemblea anche le immagini del dissesto che ha fatto seguito forte precipitazioni dello scorso fine settimana. Ancora una volta, infatti, tutta la zona delle Gavette ha dovuto far fronte ad allagamenti e smottamenti, con crolli e montagne di detriti trascinati dalle acque dei tanti rivi del versante. “Esiste una relazione tecnica del 2015 che certifica questo dissesto come derivante dalla mancata manutenzione e regimentazione delle acque del monte su cui il quartiere è appoggiato – spiega Paolo Aimè, tecnico responsabile incaricato dal comitato a supervisionare i lavori del Pris – manutenzione che in parte spetta anche ad Autostrade per l’Italia che ha la responsabilità della canalizzazione di un rio nelle prossimità del viadotto, e di alcune vasche di regimentazione che ogni volta danno problemi“. Questa partita, però, vuole essere separata dalla vertenza legata al Pris: “Sono due tematiche che il comitato vuole portare avanti separatamente – spiega – perchè la gestione del versante prescinde dal cantiere e il quartiere l’aspetta da anni”.

L’assemblea pubblica durata almeno due ore ha portato sul tavolo l’insoddisfazione di molti cittadini, che sono pronti a nuove mobilitazioni per arrivare ad ottenere una nuovo calcolo dei risarcimenti e l’intervento delle istituzioni per la difesa del territorio. Insomma, la partita potrebbe non essere per nulla terminata.

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