Genova. Gli applausi sono stati calorosi e interminabili. Si è conclusa con un successo la prima di Bianca e Fernando venerdì al Teatro Carlo Felice (in scena sino al 30 novembre).
L’opera di Bellini, scritta per l’inaugurazione del Teatro nel 1828 usando la traccia della sua precedente opera rappresentata a Napoli due anni prima, era passata da Genova solo nel 1978 al Margherita, ma senza alcuni passaggi che sono stati recuperati grazie a un lavoro di ricerca compiuta dallo stesso Carlo Felice, che ha coinvolto diversi studiosi (clicca qui per saperne di più).
La trama: Fernando, dopo anni di esilio, giunge ad Agrigento, la terra natìa, sotto mentite spoglie, con il nome di Adolfo. L’ambizioso Filippo vuole comandare sulla città ed è accanto alla sorella di Fernando, Bianca, già vedova e madre di un bimbo. Adolfo confessa a Viscardo, lo scudiero di Filippo, di aver visto Fernando morire. Bianca annuncia le nozze con Filippo, ma quando vede Adolfo, che le ricorda tanto suo fratello, comincia l’angoscia. Filippo confessa ad Adolfo/Fernando che il padre di Bianca è rinchiuso in una prigione e sarà presto ucciso. I due fratelli hanno un confronto duro: Fernando, rivelata la sua identità, accusa Bianca che però ignorava i piani di Filippo. I due decidono di liberare il padre Carlo, ma Filippo sopraggiunge prendendo in ostaggio il figlio di Bianca. Solo l’intervento del fido Clemente risolve la situazione e la liberazione di Carlo lo riporta sul trono di Agrigento.
Siccome non capita spesso di avere a che fare con un’opera eseguita così raramente, l’abbiamo affrontata come una prima volta, appunto. Senza ascoltare nulla prima dell’esecuzione.
Le premesse non erano semplici e ci avevano avvertito che la prova vocale, soprattutto del tenore, sarebbe stata davvero difficile e già dai primi minuti si capisce che il direttore artistico Pierangelo Conte non aveva esagerato. Inoltre, il libretto particolarmente complesso, lo diciamo per chi si approccia alla lirica e a quest’opera senza sapere di cosa si tratti, non aiuta nell’immediata comprensione della trama.
La prova degli artisti è stata apprezzata: scroscianti gli applausi per Salome Jicia, nei panni di Bianca, abilissima sia negli acuti, sia nelle parti più delicate e struggenti. Calorosissimo tributo anche per Giorgio Misseri (Fernando), a cui è spettato il compito più arduo, affrontato con personalità anche nei momenti più complessi. Nicola Ulivieri ha dato al suo Filippo una caratterizzazione forte e una buona presenza scenica. Applausi anche per Alessio Cacciamani (Carlo), Giovanni Battista Parodi (Clemente) ed Elena Belfiore (Viscardo).
Ovazione anche per il maestro Donato Renzetti, che ha svolto un ottimo lavoro nell’evitare che l’orchestra sovrastasse i cantanti, come ha spiegato in conferenza stampa.
L’altra grande protagonista della serata è stata la scenografia di Hugo de Ana, che ha curato anche regia e costumi: mastodontica come non si vedeva da tempo e soprattutto tutta incentrata su cerchi e sfere, con riferimenti anche al nostro pianeta e al cosmo. I colori sono netti: bianco e nero, che si riverberano anche nei costumi. delle due “fazioni”.