Recensione

Autunno in aprile al Teatro Duse, successo per la prima nazionale: tre motivi per vederlo

Lo spettacolo è il seguito di Estate in dicembre e resterà in scena sino al 6 dicembre

Genova. Un cast interamente al femminile: una madre, quattro sorelle e una neonata il cui arrivo prematuro romperà il precario equilibrio di questa famiglia.

Applausi convinti alla prima nazionale di Autunno in aprile, nuova produzione del Teatro Nazionale di Genova, che ha debuttato al Teatro Duse (repliche sino al 5 dicembre, con inizio spettacoli martedì, mercoledì e venerdì ore 20.30, giovedì e sabato ore 19.30, domenica ore 16).

Faticare a trovare il proprio posto nel mondo, ritrovare se stessi, sentirsi inadeguate, sorridere e creare contenuti per i social network anche quando si è infelici e la propria relazione va a rotoli. Sono alcuni dei temi affrontati nello spettacolo che rappresenta il secondo capitolo della saga creata dalla drammaturga spagnola Carolina África Martín Pajares dopo Estate in dicembre, proposto a Genova nel 2019 nella rassegna di drammaturgia contemporanea (chi lo avesse perso potrà vederlo alla Sala Mercato del Teatro Modena dal 23 al 25 marzo 2022).

Femminile anche la regia: Elena Gigliotti, 34 anni, diplomata alla Scuola di recitazione del Teatro di Genova, al suo attivo numerose esperienze come attrice con registi del calibro di Valerio Binasco e già capace di farsi notare anche come regista (ricordiamo a esempio Sangue matto, proposto dal Teatro di Genova un paio di stagioni fa).

Autunno in aprile è tra le produzioni che il Teatro Nazionale di Genova, sotto la guida di Davide Livermore, ha deciso di continuare a provare anche quando la chiusura dei teatri del 25 ottobre ha reso chiaro che non sarebbe potuto andare in scena nelle date originariamente previste. Questo ha permesso ad artisti e maestranze di continuare a lavorare e al pubblico di entrare virtualmente in teatro e partecipare alle prove grazie al format video Inside, le cui puntate sono state pubblicate sui social.

Vi consigliamo di andare a vederlo per tre motivi:

Le attrici

Fiammetta Bellone (la madre), Sara Cianfriglia (Carmen), Elena Dragonetti (Paloma), Alice Giroldini (Alicia) e Barbara Moselli (Noelia e la dottoressa) tratteggiano cinque personalità molto diverse, estremizzando quando necessario e addolcendo dove serve. Le sorelle sono alla ricerca di una propria felicità, a inseguire i propri sogni e forse, nonostante i tentativi malriusciti della madre, comprenderanno che dovranno crescere davvero, da sole.

Le coreografie e le luci

Lo spettacolo è impreziosito da musiche e coreografie (di Claudia Monti) che lo rendono ancora più godibile e ricco. Una sottolineatura artistica che amplifica in modo anche divertente le parti più drammatiche, creando un contrasto apprezzabile. Le luci di Davide Riccardi rendono perfetta l’atmosfera che vogliono raccontare: un contrasto tra freddo e caldo delle anime e delle personalità dei personaggi.

L’incubo

Non vogliamo spoilerare troppo, ma si tratta della scena più esilarante dello spettacolo, in cui si elenca tutto e il contrario di tutto nella gestione di un neonato, una fase in cui la madre sembra fare male in ogni caso.

Altre informazioni e costo dei biglietti cliccando qui.

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