Genova. Nella tarda serata di ieri i Carabinieri del Nucleo Operativo di Arenzano, coadiuvati da personale della Stazione di Genova Pra’, hanno arrestato un 69 enne italiano, Salvatore Maio per detenzione illegale di più armi comuni da sparo e munizioni, detenzione di arma clandestina e di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.
L’uomo è noto alle cronache cittadine per essere stato giudicato colpevole in primo grado di un duplice omicidio avvenuto a Pegli nel 2016 di fronte al locale Il Risveglio. La Cassazione successivamente aveva annullato con rinvio e la corte d’appello di Milano aveva ridotto la condanna riformulando il reato in eccesso colposo di legittima difesa. In attesa del nuovo giudizio in Cassazione Maio era stato scarcerato per scadenza dei termini.
Da diverso tempo i militari però erano sulle sue tracce in quanto da attività informativa era emerso che l’uomo aveva avviato un’intensa attività di spaccio di cocaina nel ponente genovese ed aveva la disponibilità di armi da fuoco. I militari, a seguito di una serie di accurati accertamenti, hanno fatto scattare il blitz. Si sono appostati nei pressi della sua abitazione e dopo averlo notato rientrare alla guida della propria auto sono intervenuti. A seguito di perquisizione l’uomo è stato trovato in possesso di una pistola semiautomatica calibro 7,65, con matricola abrasa e con caricatore inserito con 7 colpi, pronta all’uso, occultata in un borsello sul tavolino dell’ingresso.
Da un più approfondito controllo sono stati rinvenuti in cucina, dietro al frigorifero, una Pistola Glock cal. 9×21, completa di caricatore con 11 colpi, ed un centinaio di proiettili dello stesso calibro; nel soggiorno, dietro al televisore un sacchetto sotto vuoto contenente grammi 100 di cocaina.Per l’uomo, già condannato per un omicidio avvenuto in Calabria nel 1983 ed imputato per un duplice omicidio avvenuto a Genova Pegli nel 2016, è scattato l’arresto per detenzione illegale di più armi comuni da sparo e munizioni, detenzione di arma clandestina e di sostanza stupefacente ai fini di spaccio ed è stato tradotto nel carcere di Marassi. Le armi rinvenute saranno inviate al RIS di Parma per risalire alla loro provenienza e verificare se sono state utilizzate in fatti delittuosi