Genova. La deportazione degli ebrei di Genova è iniziata il 3 novembre del 1943, una delle date più buie della storia della città. La Comunità di Sant’Egidio e la Comunità Ebraica di Genova, insieme al Centro culturale Primo Levi hanno custodito in questi anni la memoria di questi fatti, coinvolgendo non solo le istituzioni, ma tanti genovesi e in particolare le giovani generazioni, i “nuovi europei” che si sono integrati nel tessuto cittadino.
“Con tutti loro vogliamo ribadire il nostro “no” ad ogni forma di antisemitismo e di razzismo – si legge nella nosta stampa che lancia l’iniziativa – In un tempo difficile per la nostra società, segnato dalla pandemia da coronavirus con le emergenze sociali che l’accompagnano, occorre tenere alta l’attenzione nei confronti di ogni manifestazione di violenza e intolleranza nei confronti dei più deboli e di chi viene ingiustamente considerato “diverso” impegnandosi con più forza per l’integrazione e il vivere insieme”.
La presenza dell’arcivescovo Marco Tasca “sarà il segno dell’amicizia tra la Comunità Ebraica e la Chiesa di Genova, che, durante la Shoah, ha contribuito a proteggere e salvare dalla deportazione decine di ebrei genovesi”.