Genova. Sarà la festa dei 20+1 anni e celebrarla al Salone del Libro di Torino (in programma dal 14 al 18 ottobre) rappresenta qualcosa di speciale. Ventuno anni di copertine giallo pantone, ventuno anni di gialli, noir e non solo. La genovese Fratelli Frilli Editori condivide dal vivo un traguardo importante di attività dopo il periodo in cui anche l’editoria ha vissuto momenti difficili. Venerdì 15 alle 21 al Mercato Centrale di Torino la festa a cui si può accedere su invito fino a esaurimento posti. Il pass è ritirabile alla postazione della casa editrice nel padiglione 3, stand R67.
Due momenti importanti quelli di questi giorni: “Una grande emozione – commenta Carlo Frilli – quella di riuscire a tornare una fiera con la f maiuscola. Soprattutto è il primo passo per tornare alla normalità. Siccome lo scorso anno non era stato possibile festeggiare, abbiamo deciso di farlo adesso”.
Una festa che è a ridosso dell’uscita (il 25 ottobre) della quinta antologia dedicata al fondatore della casa editrice, Marco, padre di Carlo e Giacomo che ne hanno raccolto il testimone.
Ventuno anni e non sentirli o meglio, rimanendo fedeli a se stessi con una caratterizzazione forte nelle scelte editoriali: romanzi gialli-noir in cui l’ambientazione cittadina è particolarmente caratterizzata.
Di strada ne è stata fatta dal 2000, anno di nascita della Fratelli Frilli: “Non abbiamo una data precisa di fondazione, a gennaio avevamo già pronti tutti i documenti, ma oggi possiamo dire che abbiamo raggiunto quota 700 titoli a catalogo, 100 gli autori, e ogni anno ne scopriamo di nuovi, 55 le uscite all’anno escluse ristampe e nuove edizioni”. Tra gli autori di punta non si può non citare Maria Masella e il suo commissario Antonio Mariani: “Una delle prime autrici pubblicate dalla casa editrice e ancora oggi con noi”. Frilli ha anche lanciato Bruno Morchio e il suo Bacci Pagano: “Indimenticato anche se ora scrive per un altro editore, con noi ha un rapporto di amicizia ancora oggi e la stima è reciproca”. Carlo Frilli cita anche Armando D’Amaro: “Oltre che scrittore è nostro curatore ed editor” e Maria Teresa Valle, varazzina, che ha scoperto con la pensione una vocazione per il giallo.

Guardandosi indietro quali sono i tre momenti considerati importanti nella storia della Frilli Editori? “Una tappa fondamentale e drammatica e di grande slancio è stato proprio il G8 di Genova – ricorda Carlo Frilli – avevamo aperto l’attività da poco e ci trovammo a gestire la situazione attraverso l’editoria. Divulgammo il momento, seppur drammatico, su carta. Il secondo momento è stato il primo Salone del libro di Torino, molto emozionante come lo è quello di quest’anno per altri motivi. La terza è la raccolta del testimone dopo la morte di mio padre. Io e mio fratello abbiamo dovuto cavarcela con le nostre forze. Oggi in Fratelli Frilli lavorano stabilmente quattro persone, oltre a due o tre collaboratori esterni.
I cambiamenti in 20 anni ci sono stati: “Sono cambiate le modalità per promuoversi e non è più come un tempo, i social media hanno modificato le strategie e ognuno sceglie il canale che predilige. Facebook e Instagram sono quelli privilegiati e per noi, durante la pandemia, hanno fatto la differenza. Le dirette Facebook ci hanno consentito di proseguire con le presentazioni e di tenere vivo il rapporto con i lettori”. Con le librerie chiuse durante il lockdown anche gli ebook hanno aiutato la casa editrice: “La nostra politica prevede un prezzo piuttosto basso degli ebook e nel periodo pandemico c’è stato un aumento delle vendite”.
Riuscire a sopravvivere 21 anni non è semplice in un mondo difficile come quello editoriale in cui il medio piccolo ha grosse difficoltà di distribuzione: “Noi facciamo la punta ai gomiti per sgomitare – scherza Carlo Frilli – a livello di promozione di distribuzione mio padre ha seminato bene, a lui dobbiamo veramente tanto e se oggi siamo qui, vivi e vegeti, e si va avanti è per il grandissimo lavoro che ha fatto lui”. Il futuro è aperto e tra le prossime sfide c’è quella degli audiolibri: “Ne pubblicheremo quindici nell’arco del prossimo anno, tutti di Maria Masella”.