Genova. Dopo il dibattito pubblico organizzato grazie al coordinamento dell’Università di Genova, nonostante le intenzioni di arrivare presto ad una soluzione definitiva della questione, di fatto di nuovo non emerso nulla. E dal silenzio irrompe ancora una volta la voce dei sindacati, che lamentano l’incertezza sul tema.
Parliamo della ricollocazione dei depositi costieri di Carmagnani e Superba, che da tema di campagna elettorale ben presto son diventati una spada di Damocle per civica amministrazione e autorità portuale: ma dopo i continui rimandi nel trovare, o forse comunicare, la nuova location che permetterebbe di liberare Multedo dalla servitù, la soluzione ad oggi non è ancora arrivata.
“Nell’ultimo dibattito pubblico il sindaco Bucci insieme ad Autorità di Sistema Portuale si erano impegnati a trovare velocemente una soluzione definitiva ad un problema che si protrae da troppi anni e che rischia di mettere in discussione la permanenza delle aziende e quindi il mantenimento di decine di posti di lavoro diretti e dell’indotto, fondamentali per la città – scrive la Cisl in una nota stampa – La situazione di stallo è ormai inaccettabile, per questo motivo è necessario che il sindaco coinvolga le organizzazioni sindacali per dare risposte concrete, così come si era impegnato a fare anche all’inizio del suo mandato”.
I posti papabili, al momento, sono almeno tre: le aree dell’ex centrale a carbone sotto la Lanterna, la banchina più a ovest del porto di Sampierdarena e una parte delle ex aree Ilva di Cornigliano. Ognuna delle tre ha i suoi pro, ma soprattutto i suoi contro, primo su tutte l’opposizione dei residenti, che sulla questione hanno dato vita ad una mobilitazione unitaria tra quartieri, tanta da far tentennare la politica, soprattutto in vista dell’imminente campagna elettorale.
Ma il rischio è che a tirarla per le lunghe le aziende decidano di dislocare altrove le loro attività: “Come Cisl e come Femca ribadiamo che l’opzione zero, cioè il trasferimento fuori città delle aziende invocata da taluni, non può nemmeno essere presa in considerazione – sottolineano – Non vorremmo che il protrarsi di questa situazione obbligasse le aziende ad abbandonare Genova per impossibilità di programmare investimenti a lungo termine e innovare, soluzione magari auspicata da qualcuno ma che troverebbe la ferma contrarietà della Cisl”.