"stima e affetto"

Toti promuove Berlusconi presidente della Repubblica: “È uno dei leader più lucidi del momento”

"Ha la statura, la storia e l’abilità per poter ambire al ruolo, ma credo che debba essere il frutto di un accordo più ampio possibile"

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Roma. Silvio Berlusconi presidente della Repubblica? “Ha sicuramente la statura, la storia e l’abilità per poter ambire al ruolo, dopodiché credo che debba essere il frutto di un accordo più ampio possibile, non certamente di una maggioranza stretta e risicata”. Così il presidente Giovanni Toti, ex Forza Italia, poi leader di Cambiamo! e oggi cofondatore di Coraggio Italia assicura che “se ci fossero queste condizioni, i voti non mancheranno” da parte dei suoi parlamentari.

“Per me non votare Berlusconi sarebbe rinnegare la mia storia – ha detto ancora Toti parlando a RaiNews24 – ma credo che anche lui sappia che non è facile. Se facciamo un’analisi della storia repubblicana, al Colle sono sempre saliti personaggi non voglio dire di secondo piano, ma certamente non leader che hanno positivamente o negativamente diviso il Paese per molti anni. Dal 1994 al 2011 Berlusconi e Prodi sono stati i leader di maggior rilievo che si sono scontrati alle elezioni, non so se uno dei due troverà un consenso che sfondi anche nell’altra coalizione”.

Un endorsement che parte da lontano. “In Forza Italia ho ancora moltissimi amici compreso il presidente Berlusconi che ha la mia stima e il mio affetto. Peraltro lo trovo uno dei leader politici più lucidi del momento, sta dicendo cose di grande pacatezza e credo nella direzione in cui il Paese vuole andare che è la ripartenza, tornare a crescere, superare la pandemia. Mi auguro che quel partito trovi la sua stabilità perché è interesse di tutto il centrodestra e mi auguro si faccia carico della responsabilità di essere ancora il primo partito dei moderati italiani e di quel che gli ho chiesto da sempre, cioè mettere insieme correnti di pensiero che si sono frantumate ma che in fondo fanno parte della medesima storia”.

Da giorni si parla con insistenza del cavaliere come candidato in pole position al Quirinale. Gli analisti sostengono che gli mancherebbero appena 54 voti per farsi eleggere alla quarta votazione quando saranno sufficienti 505 preferenze. Se il centrodestra si presentasse compatto gliene darebbe 451 compresi i parlamentari totiani e altri centristi.

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