Soccorsa

Tartaruga salvata in mare davanti a Portofino: aveva lo stomaco intasato di plastica

"Tita" sta bene grazie al personale dell'Acquario di Genova che l'ha ricoverata, ma l'inquinamento causato dall'uomo poteva costarle la vita

Genova. È stata battezzata “Tita” dai quattro bambini, Ari, Leone, Michele e Nicolò, che si trovavano con le loro famiglie a bordo dell’imbarcazione da cui è partito l’Sos. Si tratta di una tartaruga Caretta Caretta di 36 chili, probabilmente una femmina, soccorsa sabato scorso al largo di Portofino e ricoverata all’Acquario di Genova per avere ingerito plastica.

Tita è stata individuata in difficoltà da Tommaso Ascarelli, diportista che navigava nelle acque davanti all’area marina protetta di Portofino. Grazie al coinvolgimento della guardia costiera di Santa Margherita Ligure è stata portata subito all’Acquario.

Lo staff medico-scientifico ha coordinato le operazioni di soccorso e recupero e ha svolto tutti i controlli di routine – esami del sangue, tamponi, radiografie ed ecografia – riscontrando a livello gastroenterico una parziale ostruzione causata proprio dall’ingestione di materiale plastico.

Tita resterà ricoverata in prognosi riservata presso l’area curatoriale dell’Acquario fino a quando avrà recuperato un buon stato di salute.

tartaruga tita acquario

L’Acquario di Genova interviene sulle tartarughe marine in difficoltà dal 1994 e dal 2009 è referente istituzionale per la Regione Liguria per l’ospedalizzazione delle Caretta caretta (accordo Stato-Regioni), svolta in collaborazione con i Carabinieri servizio C.I.T.E.S.. Nel 2017, ha ricevuto, insieme all’Acquario di Livorno, anch’esso gestito da Costa Edutainment, il riconoscimento nazionale per questa attività dal Ministero della transizione ecologica.

Da oltre tre anni il comando regionale della Guardia Costiera della Liguria e Acquario di Genova hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa per definire a livello operativo le modalità di intervento in caso di segnalazione, avvistamento o ritrovamento di esemplari di fauna marina feriti o in difficoltà,  oltre che diffondere di comune intento un messaggio di massima sensibilità ambientale per stimolare l’utente del mare ad un radicale cambiamento culturale proteso al massimo rispetto dell’ambiente marino.

Tita è uno tra gli esemplari di tartaruga marina che sono rinvenuti in difficoltà e trasportati all’Acquario. Non tutte, purtroppo, sono storie a lieto fine. Diverse sono le cause del ricovero, tra le principali: interferenze con le attività di pesca, principalmente dovute ai palamiti (è frequente la presenza di ami nella cavità boccale o nel tratto digerente, spesso evidenziato dal filo di nylon che fuoriesce ai margini della bocca) o alle reti (possono causare ferite, mutilazioni e, nel peggiore dei casi, il soffocamento degli animali); ingestione di corpi estranei, quali ad esempio sacchetti di plastica scambiati per meduse che fanno parte della dieta naturale di questi rettili; impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo (più di rado altrove), a volte letali; patologie varie e traumi, sopracitati che provocano lo spiaggiamento dell’animale; sversamenti o presenza di petrolio.

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