Genova. A distanza di più di ventiquattr’ore non si sa ancora chi sia il propritario del grosso cavo telefonico che domenica pomeriggio si è staccato dalla Sopraelevata all’altezza di Caricamento e ha colpito almeno tre persone, finite all’ospedale e dimesse dopo poche ore con ferite fortunatamente non gravi. Nel frattempo il Comune corre ai ripari e avvia una serie di controlli straordinari per individuare eventuali situazioni di pericolo e prevenire altri distacchi.
Il cavo precipitato dall’impalcato per circa un chilometro (dal Porto Antico fino all’edificio del Museo del Mare) è stato sequestrato dalla magistratura. La Procura di Genova ha aperto un fascicolo d’inchiesta per atti relativi, cioè contro ignoti e senza ipotesi di reato. Al momento l’accusa che potrebbe configurarsi è quella di lesioni, ma non si può procedere finché le persone coinvolte non presenteranno denuncia. In presenza di lesioni gravi si potrebbe indagare d’ufficio, ma non è questo il caso.
Gli accertamenti sono affidati alla polizia locale che sta procedendo per esclusione: appurato che il cavo non porta energia elettrica e quindi non appartiene né al Comune né alla City Green Light (la società che gestisce l’illuminazione pubblica) né dell’Enel, resta da individuare il soggetto proprietario. Su di questo ricadranno le richieste di danni e le eventuali responsabilità penali. Le caratteristiche tecniche fanno pensare che si tratti di un cavo telefonico piuttosto datato, probabilmente in disuso da anni, mai più rimosso e nemmeno sottoposto a manutenzione.
La dinamica del distacco è ancora in fase di studio ma sembra abbastanza chiara. A cedere sarebbe stata una delle fascette che tenevano il cavo ancorato al filo d’acciaio teso lungo il margine della strada sul lato mare, poi il peso e l’effetto frusta avrebbero fatto il resto provocando il cedimento lungo tutto il tratto fino alla Darsena e oltre. All’origine potrebbe esserci dunque una situazione di usura. Da capire anche se il forte vento possa avere avuto o meno un ruolo.
Nel frattempo già oggi pomeriggio squadre di operai Aster hanno iniziato a ispezionare l’impalcato per controllare che non ci fossero altri cavi pericolanti. “Ho chiesto una verifica puntuale di tutto l’intradosso della Sopraelevata – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi – ma per fortuna finora non abbiamo constatato altre situazioni simili”.
Proprio nella zona di Caricamento, a pochi metri dalla biglietteria dell’Acquario, oggi è stato tranciato un moncone per ulteriore sicurezza. E in realtà lungo il serpentone di acciaio e cemento che attraversa il fronte mare della città non è così raro vedere grovigli, pezzi di plastica e gomma che penzolano sui passanti, tubi isolanti che si perdono tra la ruggine.
Ma Piciocchi non si stanca di ripeterlo: “La Sopraelevata è in buone condizioni di salute. Abbiamo tre perizie, una del 2019, una del 2020 e una del 2021, che dicono che da un punto di vista statico l’infrastruttura è sicura. Anche la parte da cui si è staccato il cavo è perfettamente intatta e il cavo d’acciaio è rimasto ancorato. Il problema è che si tratta di utenze molto vecchie e non sappiamo quando siano state installate”.
Tutti da valutare i danni alle macchine parcheggiate sotto la Sopraelevata, soprattutto quelle che occupavano gli stalli privati vicino al Museo del Mare. Alcune vetture hanno riportato solo piccoli graffi o ammaccature alla carrozzeria, altre hanno riportato venature sul parabrezza. La polizia locale ieri ha fatto una prima ricognizione arrivando a stimare circa 50 mezzi coinvolti, ma saranno poi i singoli proprietari a consegnare le perizie dettagliate. La cifra dovrà essere risarcita dal titolare del cavo. Sempre che si riesca a trovare.