Accertamenti

Sopraelevata, svelato il mistero: i cavi crollati in blocco sono dell’autorità portuale fotogallery

Il cedimento ha causato danni e il ferimento di quattro persone. Che a questo punto sapranno a chi rivolgersi per i risarcimenti. Ma palazzo San Giorgio non ci sta

sopraelevata cavo tranciato

Genova. “In base alle complicate ricerche di archivio effettuate dai nostri uffici, da Aster e dalla polizia locale, dopo 48 ore dal fatto, possiamo dire che è emerso che la tesata di cavi, il fascio di tre cavi, che si è staccata dalla sopraelevata, è la stessa di cui si trova traccia in un’istanza del 1998 dell’Autorità portuale in cui l’ente chiedeva ai nostri uffici di poterla prolungare“.

Lo ha detto l’assessore comunale ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi rispondendo nella seduta odierna del consiglio comunale a un articolo 55, ovvero una richiesta di chiarimenti, presentato dal Movimento 5 Stelle sull’episodio che si è verificato domenica scorsa a Genova e in genere sullo stato di salute della strada Aldo Moro, dopo che Autostrade ha parlato di obsolescenza in un documento legato al futuro tunnel subportuale.

Come noto, il fascio di cavi si era staccato per diverse centinaia di metri (dal Porto Antico fino al Museo del Mare) danneggiando decine di vetture e colpendo quattro persone, di cui tre finite all’ospedale e dimesse dopo poche ore con ferite fortunatamente non gravi.

“Quanto accaduto domenica è un fatto di gravità inaudita – continua Piciocchi – e sollecita tutti a un potenziamento dei controlli e dei monitoraggi sulle grandi utenze, anche se le responsabilità giuridiche non sono le nostre, come possiamo dire di avere appurato”.

Gli accertamenti non sono conclusi, ad ogni modo. “I cavi sono tre e dobbiamo verificare che non siano coinvolti altri soggetti, continueremo con altri accertamenti per risalire alla definitiva paternità, quello che però è adesso chiaro è che le fascette di plastica non servivano a tenere la tesata attaccata all’impalcato ma servivano a tenere i cavi uniti fra loro, la tesata era invece sostenuta da alcune placche di zinco“.

L’Autorità di sistema portuale di Genova, dal canto suo, con una nota, sottolinea che le ricostruzioni che riconducono la proprietà dei cavi all’ente “necessitano di verifiche per non risultare fuorvianti, tenuto anche conto dei numerosi cavi caduti e presenti in sito a testimonianza di molteplici e diverse situazioni di interferenza”. Palazzo San Giorgio aggiunge: “Dovrà essere appurato quali siano le cause di quanto accaduto con l’incidenza di tutti i fatti causali rilevanti e determinanti nell’interesse della cittadinanza”.

E ancora sostiene che “dai ripetuti sopralluoghi e interventi manutentivi e di monitoraggio effettuati dal Comune, come proprietario e gestore dell’infrastruttura della sopraelevata, non risulta mai essere emerso nulla o comunque nessuna segnalazione è mai pervenuta ad Autorità di Sistema”. Come dire, anche se fosse colpa nostra forse qualcuno avrebbe dovuto farcelo presente.

Il cavo era già stato sequestrato dalla magistratura e la Procura di Genova ha aperto un fascicolo d’inchiesta per atti relativi, cioè contro ignoti e senza ipotesi di reato. L’accusa che potrebbe configurarsi è quella di lesioni, ma non si può procedere finché le persone coinvolte non presenteranno denuncia. In presenza di lesioni gravi si potrebbe indagare d’ufficio, ma non è questo il caso.

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