Sestri Levante. Avranno inizio nel prossimo mese di novembre gli interventi sulla diga di Portobello, realizzati a seguito dello studio che il Comune di Sestri Levante ha commissionato al Dicca dell’Università di Genova che ha confermato la necessità di interventi di notevole entità con un sostenibile inserimento paesaggistico e ambientale.
I lavori di miglioramento della resilienza dell’area della Baia del Silenzio nei confronti delle azioni degli eventi ondosi estremi consisteranno nel prolungamento della scogliera di ponente (lato Annunziata), con contestuale manutenzione dei tratti dissestati attraverso la posa in opera di nuovi massi e la ricollocazione in sagoma di elementi disarticolati e/o franati, e nel rifiorimento della scogliera di levante.
Ammonta a 2,5 milioni di euro il finanziamento che il Comune ha ricevuto dal dipartimento della Protezione civile a seguito dei gravi danni della mareggiata del 28 e 29 ottobre 2018, utili per la progettazione esecutiva, la realizzazione dei lavori e il successivo monitoraggio. La durata prevista dei lavori è di 6 mesi.
Questi i numeri del progetto:
– 10.000 tonnellate di massi per il rifiorimento complessivo della diga di ponente e di levante
– 23.000 tonnellate di massi per il prolungamento della diga di ponente.
Intanto sono svolte questa settimana le prime attività propedeutiche all’avvio dei lavori. Nell’ambito dell’approvazione del progetto, il settore ecosistema costiero della Regione Liguria ha infatti richiesto il trapianto di parte delle piante di Posidonia presenti nell’area interessata dai lavori e il loro riposizionamento all’interno della baia.
L’attività, svolta dalla società Rsta di Genova, ha visto operare in una prima giornata due biologi marini in immersione per la valutazione dell’area di reimpianto e un sommozzatore tecnico per la sistemazione delle strutture di fissaggio delle talee (piantine di posidonia opportunamente trattate) all’interno della Baia del Silenzio, su un fondale caratterizzato da matte morta (area precedentemente colonizzata da Posidonia ma dove la pianta non è più presente e rimane solo l’intreccio di radici di posidonia e sedimento) in un’area di circa 50 metri quadrati compresa tra i 9 e i 6 metri di profondità, vicino ad una zona con posidonia viva.
Nelle tre giornate successive una squadra di 4 biologi subacquei ha lavorato sul sito di espianto nella prima parte della giornata, rimuovendo parte delle piante presenti nelle zone con posidonia dall’area che sarà interessata dai lavori di allungamento della diga di Ponente (comunque esterne alle Zsc – zone speciali di conservazione). Successivamente due operatori in banchina hanno trattato le piante e nel pomeriggio i 4 biologi subacquei le hanno messe a dimora nelle aree con le strutture di fissaggio.
Alcune talee sono state inoltre trasferite all’Acquario di Genova che ospita una vasca dedicata a questa importante pianta marina endemica del Mediterraneo e che da anni ne studia la crescita in ambiente controllato.