In piazza

Oggi lo sciopero generale: a rischio bus, scuole e servizi. Modalità e ragioni della protesta

Ecco tutte le fasce protette per i trasporti. "Non è una protesta contro il green pass - dicono i promotori - che però resta una misura discriminatoria e non una politica sanitaria"

usb vigili del fuoco

Genova. Scatterà domattina lo sciopero generale indetto dalle organizzazioni sindacali di base di tutto il paese: a rischio molti dei servizi pubblici, tra cui trasporti e scuole, dove i sindacati di base sono maggiormente diffusi tra i lavoratori. L’agitazione nasce per protestare contro le scelte economiche e di lavoro messe sul tavolo dal governo Draghi, e in questi ultimi giorni sono molte le sigle che si sono aggiunte.

Ma cosa potrà succedere domani? Partiamo dalle scuole, dove la situazione è più eterogenea: l’adesione allo sciopero potrebbe non garantire il personale scolastico di molti asili e scuole e, come spesso accade, tutte le famiglie sono state pre-allertate, anche se solamente domani si saprà con certezza chi potrà seguire regolarmente le lezioni. In altre parole, per i genitori, è indispensabile avere un piano B.

Per i trasporti la situazione è più chiara: lo sciopero generale di 24 ore garantirà comunque il servizio ‘viaggiante’ nelle fasce dalle 6.00 alle 9.00 e dalle 17.30 alle 20.30; il restante personale si asterrà dal lavoro per l’intero turno (compreso il personale di biglietterie e servizio clienti). Per quanto riguarda il trasporto provinciale le fasce protette sono quelle dalle 6.00 alle 9.00 e dalle 17.00 alle 20.00. Per quanto riguarda la ferrovia Genova Casella il servizio sarà garantito nelle due fasce: dalle 6.30 alle 9.30 e dalle 17.30 alle 20.30 mentre il restante personale si asterrà dal lavoro per l’intero turno.

La protesta, che prevede blocchi all’ingresso del porto di Genova, disagi a singhiozzo per i traporti e nella scuola, sfocerà in una manifestazione che dal terminal Traghetti arriverà sotto la sede di Confindustria, dove verrà portato un presidio di protesta. In questi giorni, però, la giornata di agitazione si è arricchita di altri questioni arrivate prepotentemente sul tavolo della politica almeno cittadina ma non solo: saranno presenti anche gli attivisti dei centri sociali e gli antagonisti, per protestare contro il recente sgombero del centro sociale occupato Terra di Nessuno, mentre è arrivata la adesione anche di diverse sigle che in questi mesi stanno portando avanti la protesta contro l’introduzione del green pass, soprattutto nei posti di lavoro.

“L’USB, che è tra i maggiori promotori dello sciopero assieme a tutte le altre sigle del sindacalismo alternativo e di base, precisa che l’indizione dello sciopero, e quindi la piattaforma di convocazione di forte contrasto alle scelte di politica economica e sociale del governo Draghi/Bonomi, è stata decisa prima che si affacciasse l’ipotesi dell’allargamento ai luoghi di lavoro dell’obbligatorietà del green pass, la cui critica non è quindi nella piattaforma dello sciopero“.

Con queste parole l’Usb nazionale ha precisato le radici della protesta di domani, soprattutto alla luce di quanto sta accadendo in queste ore, rivendicando però uno spazio di critica verso il ‘lasciapassare verde’: “L’introduzione della condizione del possesso del green pass per recarsi al lavoro è, per l’USB, sbagliata, discriminatoria e lesiva dei diritti dei lavoratori – si legge nella nota stampa – Sbagliata perché non è una misura sanitaria, come dimostra il fatto che anche i vaccinati in possesso del green pass sono potenzialmente veicolo di contagio; Discriminatoria, perché lede il diritto di ciascuno di scegliere se fare o non fare il vaccino, pur rimanendo intatta la nostra posizione di assoluto favore all’utilizzo da parte di tutti di questa misura sanitaria”.

E poi “Lesiva, in quanto nega il diritto al lavoro a chi ha scelto di non vaccinarsi, visto che non esiste una disposizione di legge che obblighi al vaccino. La richiesta di esibire il green pass per poter accedere ai luoghi di lavoro è evidentemente misura tesa ad indurre surrettiziamente a vaccinarsi senza assumersi alcuna responsabilità e introduce elementi di controllo sulla salute dei lavoratori, sulle loro scelte e sui loro comportamenti che non sono consentiti in alcun modo né dalle leggi né dai contratti collettivi nazionali di lavoro, fino ad arrivare a sostenere che il green pass sia obbligatorio persino per chi è in smart working! Analogamente la richiesta in alternativa di un tampone ogni 48 ore, a totale carico dei lavoratori, è misura vessatoria che paradossalmente implica che i lavoratori debbano pagare per andare al lavoro”.

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Comunicato stampa
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