Il corteo

Sciopero 11 ottobre, i sindacati di base: “Contro licenziamenti e governo, non è una manifestazione no green pass”

Usb, Cub, Cobas e Sicobas ribadiscono però forti critiche alla certificazione verde per i lavoratori. E rispetto a possibili infiltrazioni di estrema destra nel corteo: "Antifascismo e antirazzismo sono una discriminante"

usb vigili del fuoco

Genova. Sono saliti al Lagaccio per portare la loro solidarietà al centro sociale Terra di nessuno i rappresentanti dei sindacati di base che per questa mattina avevano indetto una conferenza stampa per spiegare le ragioni dello sciopero generale indetto per lunedì 11 ottobre. La protesta, che prevede blocchi all’ingresso del porto di Genova, disagi a singhiozzo per i traporti e nella scuola, sfocerà in una manifestazione che dal terminal Traghetti arriverà sotto la sede di Confindustria.

L’Usb già ieri in una lunga nota aveva chiarito come la questione green pass non sia assolutamente centrale nella piattaforma dello sciopero dove fra l’altro non compare visto lo sciopero era stato indetto ben prima dell’entrata in vigore della nuova normativa.

E oggi anche gli altri sindacati di base hanno spiegato come la piattaforma rivendicativa dello sciopero sia incentrata sulle politiche del governo su lavoro, salari e sicurezza e non sulla questione green pass, su cui tutti i sindacati esprimono peraltro forti critiche. “Riteniamo che il green pass non sia una misura sanitaria – spiega Pietro Favetta, coordinamento provinciale dei Sicobas – bensì serva a sgravare le imprese di ogni minima responsabilità rispetto alla sicurezza sul lavoro da parte di quelle stesse imprese che fanno morire 3 lavoratori al giorno per aumentare la produttività senza dimenticare i veri responsabili di questa situazione che siedono a palazzo Chigi, gli stessi che da anni massacrano la sanità e hanno azzerato quella territoriale concentrando le risorse sui grandi ospedali che sono centri lucrosi di investimento”.
Centrale nella protesta di lunedì per i Si Cobas è “la lotta contro i licenziamenti perché ricordiamo che durante la pandemia si sono persi circa 1 milione di posti di lavoro quasi tutti di donne e precari, per la difesa dei salari e per contratti degni, non quelli da 5 euro l’ora firmati anche dalle confederazioni sindacali”. Anche Mauro Milani, Cub Genova, chiarisce che “siamo contro il green pass perché discrimina i lavoratori ma se ci limitassimo a questo lo sciopero sarebbe ben poca cosa. Invece lo sciopero è stato convocato per ben altre questioni che riguardano l’aumento dei salari e la sicurezza, la lotta al precariato e alle privatizzazioni che in particolare nella sanità hanno provocato questa situazione”.

Per i Cobas, che in particolare si occupano del mondo della scuola, “il green pass non risolve il problema della sicurezza scaricandolo sui lavoratori – dice Sebastiano Franchina – La scuola, appena cominciata, è esattamente come gli anni scorsi con classi pollaio e sanificazione scarsa. E il green pass complica la vita dei lavoratori senza risolvere il problema della sicurezza”.

A sottolineare l’importanza della manifestazione di lunedì mattina anche il senatore di Alternativa C’é Mattia Crucioli, anche lui questa mattina al Lagaccio durante lo sgombero del centro sociale. Crucioli, munito di volantini, ha ribadito che lunedì sarà in piazza “soprattutto per dire no al green pass che riteniamo sia uno strumento assolutamente lesivo dei lavoratori e di tutti i cittadini. In quello spezzone ci sarà anche quella parte dei cittadini che manifestano al sabato mobilitati da Libera piazza”.

Rispetto ai diversi comitati no green pass (se non addirittura no vax) che negli ultimi giorni sembrano aver aderito allo sciopero generale di lunedì, il coordinatore regionale di Usb Maurizio Rimassa, a nome di tutte le sigle, ricorda che “tutti i lavoratori del settore pubblico e privato sono chiaramente attesi in piazza per dare un segnale contro le politiche del governo Draghi ma proprio perché la manifestazione si sta caricando di significati molto vari è doveroso ricordare che tutte le organizzazioni che hanno indetto questo sciopero sono organizzazioni che si attestano su una linea antifascista, antimperialista e contrarie a ogni forma di razzismo. Questa per noi è una discriminante fondamentale”.

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