Torino. Quando il mare è in tempesta, un capitano le prova tutte per riportare la nave in rotta… e così D’Aversa ha deciso di schierare una difesa inedita, sia come schema (5-3-1-1), sia come interpreti, decidendo di dare fiducia a Dragusin e Chabot, centrali ai lati di Yoshida… il risultato è stato quello di una squadra ancora più schiacciata del solito, ma soprattutto i guai sono arrivati ugualmente subito, col solito goal arrivato nel primo quarto d’ora e per ironia della sorte, messo a segno dal tandem di ex Linetty, Praet, col polacco che ha messo in mezzo ed il belga che ha infilato Audero, da due passi, dopo una disperata prima ribattuta di Chabot.
Costretti a dover cercare di fare gioco, sono qui venuti a galla i difetti di questa squadra: gioco zero, almeno fino a dieci minuti dalla fine del primo tempo, quando Thorsby, quanto meno, ci ha provato (a vuoto) due volte.
Un fuoco di paglia, perché con un centrocampo ricco di bravi operai, ma senza un ingegnere, una volta recuperata palla, l’aggressione degli uomini di Juric, ha sistematicamente stroncato sul nascere ogni velleità di avvicinarsi alla porta avversaria... soprattutto se le punte hanno classe da vendere, ma non sono contropiedisti.
..
L’inizio del secondo tempo è stato peggiore di quello del primo, perché la lezione del contropiede l’ha data il Torino, che ha infilato una Samp tutta sbilanciata in avanti, su un corner a favore, che ha visto Pobega filare come un razzo verso Audero, appoggiare di lato a Singo, che con un tiro sbilenco ha uccellato Audero sul suo palo…
Da lì in avanti, di peggio in peggio, perché i cambi di D’Aversa (Caputo per Quagliarella e Gabbiadini per Ekdal) hanno portato la Samp a sbilanciarsi ed a beccarsi le ripartenze del Toro (goal sfiorati da Linetty e Vojvoda), con il fondo del barile toccato quando Adrien Silva è riescito a farsi espellere, ‘mandando a quel paese’ l’arbitro, per una rimessa laterale non concessa alla Samp.
E se è stato un brutto vedere undici contro undici, non è difficile immaginare la musica dello spartito quando i blucerchiati sono rimasti in dieci (palo di Belotti, ad esempio e poi una bomba di Pobega a sfiorare l’incrocio).
Dicevamo all’inizio che quando il mare è ‘forza sette’, il rollio della nave e’ notevole e così, si è visto anche un Askildsen venire sostituito dopo una decina di minuti che era entrato in campo (per preservarlo da una seconda ammonizione?)… insomma ‘una giornata no’, una di quelle da dimenticare... che sembrava resa meno amara dal terzo goal annullato a Verdi per un fuorigioco millimetrico nei minuti di recupero… senonché a fare il 3-0 ci ha pensato Belotti un attimo prima del triplice fischio di chiusura..
Tre parole bastano come commento finale: una brutta figura.
Più informazioni