Genova. La Asl 3 genovese ha avviato una manifestazione di interesse per acquistare quasi 6mila prestazioni sanitarie da aziende private con l’obiettivo di ridurre le liste d’attesa. È l’effetto del piano Restart predisposto dalla Regione Liguria coi primi 24 milioni per il 2021 derivanti dall’avanzo di bilancio dell’anno precedente, risorse che serviranno a riassorbire entro il primo semestre del 2022 tutta la domanda arretrata a causa dell’emergenza Covid e contrastare le fughe dei pazienti verso altre regioni.
La produzione complessiva che le aziende sanitarie pubbliche riusciranno a erogare entro il 2021 sarà coperta dalla Regione con circa 11,9 milioni di euro, mentre 9,5 milioni saranno destinati all’acquisto di prestazioni dal privato accreditato: di questa cifra la giunta Toti con apposita delibera ha attribuito alla Asl 3 un totale di oltre 2,9 milioni (la parte più consistente, quasi 1,9 milioni, è per ortopedia mentre quasi un milione è riservato alle specialità ambulatoriali).
L’avviso, emesso il 21 ottobre con scadenza il 28 ottobre, riguarda tutti i “soggetti erogatori accreditati” per acquistare prestazioni specialistiche ambulatoriali in diversi campi. Nel lungo elenco compaiono ad esempio mille visite cardiologiche, altrettante Tac body-neuro-articolari, 500 visite oculistiche, 800 risonanze magnetiche suddivise tra articolari e neurologiche per un totale di 5.920 prestazioni da erogare nel bimestre novembre-dicembre 2021.
I soggetti privati dovranno avere un accreditamento istituzionale in corso di validità ed essere in grado di rispettare le tempistiche richieste. Le prestazioni saranno acquistate “a tariffa del nomenclatore regionale, fatti salvi eventuali sconti proposti in sede di offerta che daranno diritto a una priorità nella scelta del gestore cui assegnare le agende”.
“Invece di assumere il personale necessario e di aprire i servizi utilizzando spazi e strumentazioni e allargando gli orari di fruizione – è il commento critico del sindacato Fials per voce di Mario Iannuzzi e Anna Maria Spiga -, si spostano a caro prezzo le prestazioni sui privati, a conferma delle insane scelte di questa Regione, di Alisa e delle loro ubbidienti direzioni nelle aziende sanitarie”.