Genova. “Questa manifestazione nasce da anni di divieti e soprusi morali subiti dalla nostra categoria, siamo stanchi di essere ignorati“. Questa è la determinazione dei pescatori genovesi e liguri che sabato prossimo daranno vita ad una manifestazione nel centro cittadino per protestare contro la mancanza di spazi adibiti a questa attività sportiva.
Una manifestazione che in queste ore sta ricevendo adesione da tutta la regione, e non solo: secondo le prime indiscrezioni sabato 23, il giorno previsto per la protesta, arriveranno in città decine di tesserati da ogni parte del nord Italia, soprattutto da Piemonte e Lombardia, regioni storicamente legate a doppio filo con il mare della Liguria.
Alla base delle proteste la mancanza di spazi dedicati a questa attività, che nel capoluogo ligure ha tradizionalmente sempre goduto di una grandissima e tradizionale popolarità. Negli ultimi anni però le cose sono cambiate, con gli accessi ai moli sempre più contingentati e cancellati, mettendo a rischio un settore dall’indotto robusto per la nostra regione. La ciliegina sulla torta è arrivata con la disdetta da parte di Adsp per la prima gara del campionato nazionale, che doveva svolgersi a Genova a fine settembre: “Una rinuncia che sicuramente non ha fatto fare una bella figura alla città presso il Coni e presso la Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee) – aveva raccontato Gianfranco Debilio, tesserato e titolare di un negozio di pesca del ponente genovese, tra gli animatori della protesta – per la prima volta nella storia di questa competizione la nostra città non sarà sede di campionato. Ovviamente la “nostra” tappa è stata accaparrata in poche ore da altre città, meno blasonate ma più capaci nell’organizzarsi. Ed è probabile che la perderemo per lungo tempo”.
Per questo motivo c’è grande attesa per la manifestazione di sabato 23: l’appuntamento è a De Ferrari dalle 9, dove si terrà un flash mob in tema, per poi spostarsi in corteo informale verso il Porto Antico, dove proseguirà l’agitazione dei pescatori: “L’obbiettivo è mostrare alla popolazione e chi amministra il sopruso sociale che stiamo affrontando e a quanti lo stanno causando. Forse rendendo pubblico il problema avremo una possibilità di essere considerati e comportandosi pacificamente ed educatamente un po’ del rispetto che in passato la categoria aveva”.
