Caos

Porto di Pra’, la trattativa non si sblocca: la protesta dei camionisti continua a oltranza fotogallery

Tagnochetti (Trasportounito): "Situazione gravissima, le istituzioni non dovevano permetterlo". Ciaccio (Uiltrasporti): "Non vogliono parlare con nessuno"

Generico ottobre 2021

Genova. Prosegue a oltranza il blocco del porto di Pra’ deciso stamattina dai camionisti esasperati dalle lunghe attese per caricare e scaricare la merce al terminal Psa. La trattativa a Palazzo San Giorgio tra i rappresentanti sindacali dei dipendenti del terminal e l’azienda non ha sortito alcun effetto: domani mattina arriverà una proposta sul contratto integrativo ma fino ad allora continuerà lo sciopero “a singhiozzo” che ha generato il caos a partire dal pomeriggio dell’11 ottobre.

Tutto era iniziato infatti con la chiusura a intermittenza degli uffici sommata allo sciopero generale dei sindacati di base. Centinaia di camion si erano accumulati causando assembramenti di autisti per il disbrigo delle pratiche. Nella mattinata del 12 ottobre è esplosa la protesta vera e propria: da una parte la prosecuzione dello sciopero del terminal Psa, dall’altra la decisione di disattivare l’app che permette agli autisti di evitare le code hanno indotto i camionisti a incrociare le braccia per un’iniziativa spontanea di cui al momento non si vede la fine.

Decine e decine di tir restano incolonnati all’uscita del casello di Pra’ dell’autostrada A10, che è comunque accessibile tranne che ai mezzi pesanti. La speranza è che nelle prossime ore non arrivino altri veicoli ad alimentare l’ingorgo. “Stiamo dando comunicazione a tutte le nostre aziende per evitare di peggiorare una situazione già gravissima – spiega Giuseppe Tagnochetti, coordinatore ligure di Trasportounito -. È incomprensibile e inaccettabile che una trattativa aziendale continui a condizionare l’attività di un bacino portuale e di migliaia di imprese. Le istituzioni erano state avvertite giovedì e non sono intervenute”.

Una crisi difficile da affrontare anche perché non esistono interlocutori ben definiti. Le associazioni dell’autotrasporto non si attribuiscono la paternità dell’iniziativa e neppure i sindacati. “È una protesta spontanea, i camionisti non vogliono parlare con nessuno, né con le associazioni né con noi sindacati – riferisce Giovanni Ciaccio della Uiltrasporti -. La Prefettura non sa nemmeno chi convocare. La situazione è molto delicata”.

L’esasperazione è latente da settimane visto che il tema delle attese infinite si era già riproposto a settembre, e ancor prima in estate, al terminal Sech. È da questo disagio, sommato ai ritardi provocati dai cantieri in autostrada e alla mancanza di servizi per i trasportatori, che nasce l’iniziativa di protesta. Ma su questo malcontento si innestano altri temi, come quello del green pass, visto che molti autisti (si stima circa il 25%) non sono vaccinati e l’obbligo scatterà tra pochi giorni. Così anche nei piazzali Psa ci sono diversi camionisti, in maggior parte stranieri, che stanno approfittando del blocco per attaccare il certificato verde e chiedere tamponi gratis.

I lavoratori del terminal Psa protestano per chiedere il rinnovo della contrattazione integrativa scaduta da 5 anni e recriminano salari inadeguati a fronte di un aumento delle ore di servizio. Lo sciopero era stato comunicato con 15 giorni di anticipo, ma nonostante il preavviso il braccio di ferro è andato avanti fino ad oggi con l’inizio di una mediazione da parte dell’Autorità portuale che finora si era chiamata fuori dalla vertenza. Se la trattativa aziendale andasse in porto ci sarebbero buone possibilità che si sblocchi la situazione sul fronte dei camionisti, ma la questione è più complessa.

I dipendenti, d’altro canto, spiegano che il terminal non è chiuso e che il blocco non dipende dal loro sciopero. “Non si possono scaricare colpe sui lavoratori”, ha puntualizzato Enrico Poggi della Filt Cgil. “È alle 15 di ieri pomeriggio il terminal non lavora e stamattina comunque non c’erano condizioni per operare – replica ancora Tagnochetti -. È comprensibile che l’esasperazione abbia portato qualcuno a fermare il lavoro. Questo sciopero non permetterebbe di svolgere i servizi dell’autotrasporto, anche perché gli autisti sarebbero costretti ad assembrarsi e questa sarebbe una violazione sanitaria. È l’ennesimo danno per l’autotrasporto che rischia di far fallire diverse aziende. Una situazione già vista un anno e mezzo fa, le istituzioni non dovevano permetterlo”.

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