Diritti

Omofobia, ddl Zan affossato in Senato: venerdì presidio di Liguria Pride in piazza De Ferrari

"Rabbia e delusione, ma anche voglia di trovare nuovi obiettivi". La ligure Paita (Italia Viva): "Colpa della miopia di Pd e M5s"

liguria pride de ferrari

Genova. “Ci stiamo organizzando per una manifestazione nazionale al fine di esprimere la nostra rabbia e delusione, ma anche di trovare insieme nuovi obiettivi”. Lo annuncia su Facebook il coordinamento Liguria Pride dopo che la legge Zan sulla “prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità” è stata affossata ieri in Senato col meccanismo della “tagliola”, rinviando la discussione tra sei mesi.

Intanto venerdì 29 ottobre dalle ore 18.00 l’appuntamento è in piazza De Ferrari a Genova “per far vedere che le nostre vite valgono e non ci faremo ridurre al silenzio. Le/i giovani se ne vanno a decine di migliaia; chi non può e non vuole andarsene resta e continua a vivere, liberamente, in una realtà già trasformata e migliore. Ce ne andiamo bellamente per il mondo come abbiamo sempre fatto, ma con una consapevolezza in più: il ddl Zan ci è servito, siamo di più, siamo più inclusivi/e/*, siamo più forti e scendiamo domani in piazza per dimostrarlo. Abbiamo seguito gli interventi delle senatrici e dei senatori, con i social tutte/i/* potranno conoscere con quali argomentazioni, ignoranti e meschine, sono riusciti a vincere infangando la dignità delle persone. Hanno vinto in un’aula, ma non nella società. Non ci fermerà nessuna tagliola, perché non si arresta il fiume in piena del cambiamento”.

“Il voto al Senato è stato inequivocabile: il testo uscito dalla Camera, già lungamente discusso e modificato fino a ridursi al minimo sindacale, è stato affossato – commentano gli attivisti di Liguria Pride -. Il nome del meccanismo parlamentare richiesto dalle destre per evitare il voto degli articoli dice già tutto sul carattere violento e infingardo della strategia di chi una legge a tutela delle persone Lgbti+ non l’ha mai voluta; anzi, addirittura applaude e grida di soddisfazione. Tutto ciò mentre gli amici, nascosti nel sottobosco parlamentare, già starnazzano dalle pagine social sulle colpe altrui, senza la dignità di assumersi almeno la propria responsabilità”.

Nel frattempo continuano le schermaglie interne al centrosinistra. “Come previsto la miopia del Pd e del M5s ha fatto naufragare il ddl Zan in Senato. Ecco il risultato delle bandierine populiste. Ecco l’irresponsabilità Pd-M5s che ha fatto saltare tutto. Ora ripartiamo dalla pdl Scalfarotto per tutelare davvero i diritti civili”, commenta la deputata ligure di Italia Viva Raffaella Paita. “La destra, oggi in Senato, applaude allo sfregio fatto ai diritti, ai giovani, alla civiltà. Una brutta pagina parlamentare, ma ciò che brucia di più è che chi doveva essere più tutelato non lo sarà”, nota la senatrice genovese Roberta Pinotti del Pd.

Nel frattempo il segretario ligure della Lega, Edoardo Rixi, sposa la linea di Salvini: “È stata sconfitta l’arroganza di Letta e dei 5 Stelle. Ora ripartiamo dalle proposte della Lega: combattere le discriminazioni lasciando fuori i bambini, la libertà di educazione, la teoria gender e i reati di opinione”.

È una vergogna, l’Italia è rimasta uno dei pochissimi Paesi che ha lasciato e lascia indifese le vittime sia di omobitransfobia – attacca Aleksandra Matikj, presidente del Comitato per gli immigrati e contro ogni forma di discriminazione -. Questa di oggi è una pagina nera della democrazia in Italia, migliaia di persone, anche giovani, sono state abbandonate a sé stesse contro il bullismo e contro l’odio e, anche se non sembra vero, addirittura chi è diversamente abile. Il ddl Zan era necessario anche per la difesa di noi donne. È una vera ingiustizia quella di oggi. Noi comunque non ci arrendiamo, anche perché questo disegno di legge tornerà in commissione, anche se non prima di sei mesi ma non perdiamo la speranza di un’Italia che potrebbe e dovrebbe garantire gli stessi diritti a tutti”.

“Siamo una moltitudine in marcia – conclude Liguria Pride – sentiamo la puzza dei nuovi fascismi, le tentazioni liberticide e fondamentaliste di chi pensa appartenga alle opinioni il diritto di discriminare, insultare, emarginare e prevaricare chi è altro/a/* da sé. Non ci sono tagliole possibili perché siamo già il sassolino nell’ingranaggio, una mutazione che non può essere arrestata, un galoppo che non può essere fermato da una subdola trappola”.

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