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Obbligo vaccinale, respinto a Genova il primo ricorso di un lavoratore sanitario no-vax

Per i giudici del lavoro l'obbligo è legittimo in quanto si tratta di "una norma di prevenzione di un rischio ambientale"

Manifestazione no vax 24 luglio

Genova. I giudici del lavoro hanno respinto il primo ricorso di un sanitario a Genova sospeso dal servizio e dalla retribuzione il 21 luglio e fino al 31 dicembre perché ha rifiutato di vaccinarsi. Il caso riguarda una lavoratrice tecnico-sanitaria di laboratorio in un policlinico genovese.

Per i giudici l’obbligo è “collegato a un più ampio pericolo di diffusione del contagio nell’ambiente sanitario, trattandosi dunque di una norma di prevenzione di un rischio ambientale, indipendentemente dal numero e dall’intensità dei contatti interpersonali”. A luglio analoga decisione era arrivata dal tribunale di Modena per una dipendente di una Rsa.

Sono una decina i ricorsi presentati dai lavoratori a Genova. “Questi primi due casi – ha spiegato il presidente del tribunale Enrico Ravera insieme al presidente della sezione Lavoro Marcello Basilico – non sono precedenti rappresentativi perché ogni caso è a se stante”.

Per i giudici, ancora, l’ospedale non è stato inerte nella riorganizzazione per una occupazione alternativa: l’ente ha infatti cercato soluzioni per la ricorrente trovando però la disponibilità solo “di posizioni ritenute professionalmente troppo distanti dalla sua specializzazione di tecnico di laboratorio”.

Per un secondo caso invece il ricorso del lavoratore, una infermiera sospesa dall’albo, è stato dichiarato improcedibile in quanto sarebbe competente il Tar. Le prime decisioni hanno riguardato le professioni sanitarie ma dopo il 15 ottobre potrebbero arrivare i ricorsi di altre categorie di lavoratori.

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