Genova. Scatta da oggi in tutta Italia l’obbligo di green pass nei luoghi di lavoro e di conseguenza anche le annunciate proteste contro questa misura. A Genova il fronte più caldo del dissenso contro il certificato verde è nel settore della logistica e in quello portuale. Dall’alba sono in corso presidi ai varchi del terminal Psa di Pra’, che è comunque aperto, e a quello di ponte Etiopia, a Sampierdarena. Quest’ultimo varco è stato bloccato, insieme a quello di San Benigno mentre al terminal Psa i lavoratori hanno presentato una formale diffida all’azienda affinché non applichi la normativa sul certificato verde. Un nutrito gruppo di persone si è radunato davanti alla prefettura, tra cui il sindacato Cub Sanità e attende di essere ricevuto dal prefetto per poi spostarsi sia in porto sia in via Bobbio dove si è radunato un piccolo drappello con le bandiere dei sindacati Cub e Ugl. La protesta si è poi spostata in lungomare Canepa, che è stato bloccato da circa 500 persone.
Ore. 19.30 Lungomare Canepa. Il blocco continuerà tutta la notte, e domani la protesta andrà ad oltranza. Lo comunicano i manifestanti che da questa mattina presidiano il varco Etiopia di Lungomare Canepa. Dopo una giornata di protesta, quindi, la mobilitazione prosegue.
Ore. 16.00 Lungomare Canepa. Si alleggerisce la situazione viaria genovese: il blocco stradale di Lungomare Canepa, all’altezza del varco portuale, è stato rimosso. Rimangono però i presidi all’ingresso del porto.
Ore. 15.30 Lungomare Canepa. Proseguono i presidi ai varchi portuali nell’ambito delle manifestazioni contro il green pass: almeno 200 persone sono ancora presenti alla manifestazione in Lungomare Canepa, dove la strada rimane occupata. Alcuni camion sono stati fatti passare per alleggerire la situazione, ma il blocco prosegue ad oltranza.
Ore. 13.50 Lungomare Canepa. Si è verificato un breve momento di tensione tra polizia e manifestanti quando gli agenti sono riusciti per qualche minuto a far defluire i mezzi che da circa un’ora bloccavano lungomare Canepa, creando così una corsia libera. Ma poco dopo i manifestanti l’hanno di nuovo occupata, piazzandosi in mezzo. Si è creata quindi agitazione tanto che gli agenti della Digos sono intervenuti chiedendo i documenti ad alcuni manifestanti e ricordando loro che rischiano una sanzione amministrativa per occupazione della sede stradale.
Ore 13. Prefettura. Si è concluso l’incontro in prefettura con i manifestanti. I sindacati hanno espresso la posizione. Il prefetto trasmetterà la posizione al governo.
Ore 12.56 Terminal Messina. Un piccolo gruppo di manifestanti intende spostarsi al Terminal Messina attraverso la pista ciclabile che costeggia lungomare Canepa a sostegno di alcuni lavoratori che sono già in presidio. Si sta discutendo anche se sciogliere il blocco.
Ore 12.20 bloccato lungomare Canepa. Al grido di libertà, libertà, i manifestanti, oltre cinquecento, composti da lavoratori portuali e aderenti al movimento no green pass Libera Piazza, hanno bloccato lungomare Canepa in entrambe le direzioni all’altezza di varco Etiopia.
Ore 12.08 via Bobbio. Sciolto il blocco all’incrocio con via Montaldo, il presidio si è nuovamente spostato sotto la sede di Amt. Il traffico sta lentamente defluendo.
Ore 12 ponte Etiopia. I manifestanti di Libera Piazza sono arrivati, dopo essersi distaccati dalla prefettura, al varco di ponte Etiopia. Ora sono circa cinquecento le persone che bloccano l’ingresso ai terminal del porto di Genova.
Ore 11.45 presidio via Bobbio spostato. Il presidio davanti ad Amt si è spostato da via Bobbio all’incrocio con via Montaldo all’altezza di ponte Campanella.
Ore 11.16, bloccata via Bobbio davanti alla sede Amt. Sono una cinquantina le persone radunate davanti alla sede Amt di via Bobbio tra gli appartenenti ai sindacati Cub e Ugl per protestare contro l’obbligo del lasciapassare sanitario per il settore, nonostante le convenzioni stipulate dall’azienda con alcune farmacie per avere tamponi a presso ulteriormente calmierato. I manifestanti, raggiunti anche da piccoli gruppi distaccatisi dalla manifestazione in prefettura, hanno iniziato ad passeggiare sulle strisce pedonali bloccando, di fatto, il traffico. I sindacati in piazza non hanno firmato l’accordo aziendale che prevede tamponi calmierati.
Per quanto riguarda i lavoratori, secondo le stime riportate dai sindacati, ce ne sarebbero almeno 60 che in queste ore avrebbero comunicato la propria indisponibilità per lavorare, e a rischio ci sarebbero almeno 30 turni, cosa che potrebbe mettere in seria difficoltà il servizio di trasporto pubblico Amt, soprattutto quello a livello provinciale. L’azienda questa mattina ha rassicurato che a Genova il servizio è regolare, mentre sul servizio extraurbano c’è qualche corsa saltata e alcune corse della Ferrovia Genova-Casella sono sostituite da bus.
Ore 10.15 varco via Albertazzi. Si sono radunate una cinquantina di persone a bloccare il varco con alcuni cassonetti. Per ora i mezzi in uscita possono transitare, ma presto il varco sarà bloccato.
Ore 10 altre proteste. Saranno ricevuti dal prefetto cinque rappresentanti dei gruppi di persone che dalle 8.30 hanno cominciato a radunarsi davanti alla prefettura di Genova. Tra loro anche gli aderenti al Cub Sanità per protestare contro le normative legate al settore sanitario, come l’obbligo vaccinale e la sospensione del salario in caso di inottemperanza. Presente anche Leonardo Sinigaglia di Libera Piazza, uno dei volti più noti del movimento no green pass: “Siamo qui per dire no al green pass, per portare avanti la protesta e siamo pronti a supportare tutte le mobilitazioni, non è uno strumento sanitario, ma politico, che il governo ha attivato per la propria sopravvivenza”. Il sindacato Cub chiederà un incontro col prefetto, spiega Eraldo Mattarocci: “Questa è una partita che si gioca falsamente sulla sanità, ma è un attacco ai lavoratori e al contratto collettivo nazionale. Solo ai sindacati maggioritari non è chiaro. La minoranza contraria al green pass non è così piccola come viene descritta. Per anni si è combattuto per i diritti dei lavoratori, oggi siamo ricattati”. Una parte delle persone al presidio si sposterà a sostegno dei portuali in zona lungomare Canepa. Saranno cinque i rappresentanti di categoria che potranno salire dal prefetto: un metalmeccanico, un sanitario, un ferroviere, un rappresentante di libera piazza e un insegnante. In piazza anche lavoratori del Carlo Felice, del Comune e studenti dell’Università di Genova.
Ore 8.30 Blocchi a varco Etiopia. A ponte Etiopia sono oltre un centinaio i lavoratori che stanno bloccando il varco, prima sono in ingresso ora anche in uscita. “Se arriveranno altre persone bloccheremo anche il varco di San Benigno – spiega un portuale – il nostro obiettivo è andare avanti finché il green pass non sarà eliminato”. Non preoccupa nemmeno il fatto di non avere una copertura sindacale: “Le lotte più importanti si sono sempre fatte nell’illegalità” dice uno dei promotori della protesta. Ieri alla sala chiamata al porto c’erano quasi 200 persone a organizzare le proteste di questa mattina. “Io sono un piastrellista, sono venuto qui a dare supporto ai lavoratori del porto per una battaglia sacrosanta che è di tutti”. Al presidio sono presenti anche i sindacalisti dell’Usb che ha indetto uno sciopero per il 25-26 ottobre: “La nostra è una battaglia sindacale – spiega José Nivoi – affinché tutti i lavoratori del porto possano avere gli stessi diritti e i quindi tamponi gratuiti per i non vaccinati”, ma quella dei portuali no green pass è soprattutto una protesta auto-organizzata. Nessuna tensione finora al presidio dove, al contrario arriva attraverso i clacson, la solidarietà di qualche automobilista. Addirittura uno di loro si ferma, spiega di essere un ex assistente di volo di Alitalia: “Ieri è stato il mio ultimo giorno di lavoro – dice ai portuali – condivido la vostra battaglia, vi voglio bene”. Poi risale in auto e se ne va.
Ore 8 Terminal Psa Pra. Un centinaio di persone tra dipendenti del Psa e camalli della Compagnia Unica si sono radunate davanti ai cancelli del Terminal Psa. Il il varco è aperto e non sono segnalati problemi per quanto riguarda la viabilità ma la contrarietà al green pass – con un 20% circa di lavoratori non vaccinato – è forte. Inoltre in banchina non ci sono navi, quindi le operazioni sono limitate. “Non è normale che una persona che non ha il Green Pass venga lasciato a casa, siamo qui per dare voce a chi non la ha, come ai dipendenti di quelle piccole aziende che non hanno la forza di protestare” dice uno dei lavoratori in presidio a Pra’. Tanti i vaccinati presenti, segno che la protesta non riguarda solo una scelta no-vax ma il modo in cui le decisioni politiche e il comportamento delle aziende stanno discriminando – secondo chi protesta – i lavoratori.
Luca Boretti, avvocato, a nome di 68 dipendenti ha inviato all’azienda Psa una diffida in cui viene chiesta la disapplicazione del decreto legge perché si tratta di “una misura discrimatoria e non fondata su presupposti sanitari. In subordine chiedevamo come unica misura la messa a disposizione di tamponi gratuiti a vaccinati e non vaccinati. La comunicazione mandata ieri all’azienda conteneva anche la messa a disposizione dei lavoratori”. Ma il Psa, come da normativa, oggi ha lasciato a casa e senza retribuzione i lavoratori senza certificato. “No green pass”, “Basta ricatti”, “Restiamo uniti” le scritte su alcuni striscioni affissi al terminal.
Ma è la logistica a spaventare: secondo le stime dei sindacati dei trasportatori un terzo di camionisti sarebbe ancora sprovvisto di green pass, circa il 30% dei lavoratori, e questo potrebbe comportare blocchi e disagi. Nei giorni scorsi l’agitazione è già scoppiata, con il fermo di centinaia di mezzi ai varchi portuali di Pra’: una protesta nata per denunciare le condizioni di lavoro estenuanti e vessatorie all’accesso in porto, ma che in queste ore è “attraversata” anche dal fronte ‘no green pass’, visto che molti trasportatori, italiani e stranieri, da domani potrebbero non essere più in regola con le normative italiane, le più stringenti del continente. Insomma, il rischio è quello di un blocco che possa “traboccare” anche i confini portuali, diventando un problema per tutta la città.