Genova. “Non sono un divo”, dice Stefano Puzzer con il megafono in mano, dal “palco” improvvisato in piazza Matteotti (e non piazza De Ferrari) per la manifestazione pacifica organizzata come ogni sabato pomeriggio da 15 settimane a questa parte da Libera Piazza Genova.
Stefano Puzzer, pettorina da lavoro fosforescente, è il leader dei portuali di Trieste, la città dove la protesta contro il green pass è andata in scena, finora, con maggiore vigore e con gli scontri fra i più accesi.
“Non sono un divo”, dice. Ma sa di esserlo, da qualche settimana a questa parte, e infatti sono tanti a mettersi in fila, dopo il suo intervento per chiedergli un selfie o una stretta di mano, un po’ come succedeva a Matteo Salvini.
I portuali triestini hanno contraccambiato, oggi a Genova, la visita di solidarietà di qualche giorno fa da parte di alcuni colleghi del capoluogo ligure. In particolare di quelli del terminal Psa di Pra’ dove le proteste proseguono, però, anche per questioni legate al contratto integrativo.
Dopo lo scioglimento dei presidi e dei blocchi portuali solo parte dei lavoratori sulle banchine ha proseguito in una protesta squisitamente legata alle politiche sanitarie del governo: non solo green pass, ma anche campagna vaccinale e proroga dello stato di emergenza, tra le strategie criticate e attaccate dalla piazza.
Un migliaio di persone, almeno, in piazza Matteotti, destinate come ogni sabato ad aumentare nel successivo corteo nelle strade cittadine. Forti applausi da parte dei presenti – quasi tutti senza mascherina e non distanziati – con cartelli e striscioni contro il governo, in particolare contro il ministro della pubblica amministrazione Brunetta.
L’associazione Libera Piazza quindi si ritrova compatta dopo una momentanea frattura andata in scena nei giorni scorsi, con tanto di espulsione poi ritrattata di uno dei capipopolo, il giovane Leonardo Senigallia, oggi presente in piazza, a conferma di una rinnovata unione.