Genova. E’ stata una giornata lunga, quella del 15 ottobre, e soprattutto non è di fatto mai finita. Le proteste dei portuali e dei tanti individui contrari all’obbligo del green pass sono proseguite anche nella notte, seppur in misura più limitata, con picchetti al varco di ponte Etiopia, al porto di Sampierdarena, il fulcro della battaglia.
Tuttavia, nonostante le circa 500 persone radunate e gli oltre 100 tir bloccati in coda in lungomare Canepa (per tutto il giorno e a singhiozzo i varchi Albertazzi, San Benigno, Etiopia e Messina sono stati sbarrati dai manifestanti) l’operatività del principale porto italiano ha rallentato ma senza mai fermarsi. Presidio, ma senza blocchi, anche al porto di Pra’.
Nel porto di Genova e nell’indotto si stima che circa il 20% dei lavoratori non abbia il green pass, una percentuale molto inferiore rispetto a quella del 40% del porto di Trieste, dove le proteste sono state notoriamente più forti negli ultimi giorni.
Che la protesta non si fermi qui è noto già da qualche ora. Il sindacato di base Usb insieme al Calp hanno già convocato uno sciopero di 48 ore per lunedì 25 e martedì 26 ottobre.
Inoltre già nel pomeriggio, come ogni sabato, a De Ferrari ci sarà il consueto concentramento del movimento Libera Piazza Genova con le sue istanze no green pass e no vax. Appuntamento alle 16, corteo in città alle 18 e – annunciano gli organizzatori – anche la presenza di alcuni portuali per “restituire il favore” rispetto al supporto ai presidi di ieri.