Genova. “I nuovi record raggiunti in Liguria, con quasi mezzo metro di pioggia caduta a Cairo Montenotte, in provincia di Savona, in 24 ore e 181 mm a Vicomorasso verso Genova in una sola ora, rappresentano record pluviometrici a livello nazionale. La continuità di questi fenomeni ormai dovrebbero far riflettere sulla retorica della fragilità del territorio, utilizzata soprattutto dai politici che vi si rifugiano con un moto auto assolutorio, come se non fossero in realtà i protagonisti e responsabili di quanto sta accadendo” a dirlo in una nota Legambiente Liguria.
«La classe politica decide ed è responsabile di quanto sta accadendo, ormai da decenni e in modo trasversale – dichiara Santo Grammatico, presidente Legambiente Liguria – Da decenni infatti c’è chi indica le alternative ad un modello di sviluppo bulimico, che più costruisce infrastrutture che consumano suolo, tagliano i versanti delle nostri valli, bucano monti, intercettano e modificano lo stato delle falde acquifere e dei piccoli rii, più ne propone. Un modello che è energivoro, ad alta produzione di anidride carbonica e che alimenta il cambiamento climatico, i cui effetti sono evidenti».
E continua: “Gli interventi sul dissesto idrogeologico sono programmati, finanziati ed eseguiti grazie alle emergenze che troppo spesso colpiscono la nostra regione, in tempi sempre più ravvicinati”.
In particolare il presidente Santo Grammatico nell’esprimere la solidarietà dell’associazione alle popolazioni colpite, ha sottolineato la mancanza di «un piano di manutenzione efficace che intervenga a monte dei nostri torrenti e sulle frane, mettendo in sicurezza le infrastrutture esistenti, accompagnato da azioni che consentano la mitigazione dei fenomeni e l’adattamento del territorio a eventi climatici che saranno sempre più intensi».
E conclude: «Su questi aspetti purtroppo il dibattito è assente. Grande enfasi invece continua ad essere data ai progetti infrastrutturali più impattanti ambientalmente e che la narrazione main stream continua ad imporre come irrinunciabili e ineludibili. Di irrinunciabile e ineludibile c’è la necessità di spostare gli investimenti da quelle opere a quelle di difesa e manutenzione del territorio, come ripetiamo ormai da troppo tempo».