Avanguardie

Le cartoline dell’orrido per ritrovare il Bello: le “Brutte arti di Genova” escono dalla rete per provocare i genovesi

Il gruppo social varca la soglia del reale: due foto-simbolo della brutta urbanistica genovese in edizione limitata

cartoline Soprintendenza delle Brutte Arti

Genova. Cartoline “sbagliate” che ritraggono il brutto della città per provocare e provare a dare il via ad una nuova stagione di riflessione estetica, ma non solo, sul labirinto urbanistico di Genova. Questo il senso dell’iniziativa della ‘Soprintendenza delle Brutte Arti di Genova“, il misterioso gruppo nato sui social che per la prima volta sfonda il varco del viruale per entrare direttamente in contatto con i genovesi. E provocarli.

Ma facciamo un inevitabile passo indietro: la “Soprintendenza delle Brutte Arti di Genova” nasce nel dicembre 2020 come gruppo Facebook anonimo, con una laconica ma chiara descrizione: “Facile definire il bello. E’ nuotare nell’abbondanza, al limite si litiga sui dettagli. Ma il vero lavoro è definire e certificare il brutto. Indicare il brutto, che a Genova è epidemia, è impresa più ardua che proteggere il bello”.

Chiaro il taglio provocatorio, che emerge post dopo post, nell’impresa sicuramente controcorrente di trovare e analizzare le brutture della nostra città: “Genova è città devastata, urbanisticamente ed esteticamente – scrivono – Insieme alla propria potenzialità che si poggia su diverse colonne come la propria storia, i punti percentuali di PIL nazionale che produce il Porto e altre qualità ha fardelli enormi che la hanno ridotta in una condizione di scarsa convivenza con la vitalità“.

cartoline Soprintendenza delle Brutte Arti
Le cartoline in tiratura limitata a disposizione da venerdì

Ogni uscita social prende di mira uno scorcio, una contesto, un passaggio, spesso attingendo dalle molte ‘quinte’ della città talmente visibili da rimanere non viste dai più: “Genova è città dove il bello e il brutto si impastano, dove il ricco e il povero convivono, ed è difficile, in tutta questa incantevole (nel senso che meraviglia) e incantevole (nel senso che ferma) dipanare il bello dal brutto”. E al contenuto visivo è accompagnato sempre da un lungo post, la cui prosopopea contribuisce a regalare al lettore un nuova chiave di lettura della città e dei suoi angoli, prendendosi tempo e spazi di riflessioni sicuramente unici nel contesto odierno del tutto subito e tutto facile.

E in pochi mesi la pagina ha acquisito subito il suo spazio e il suo seguito, diventando una sorta di salotto virtuale, a metà tra il filosofico, satirico e l’avanguardistico, ma con il focus chiaro sull’urbanistica e l’architettura, declinate nel senso della loro valenza collettiva: “Dove per bello intendiamo la bellezza, la salubrità, la vivibilità in tutte le sue accezioni“.

Il gruppo che sta dietro a questa pagina ha fatto dell’anonimato la sua cifra: “non vorremmo mai essere tirati per i pantaloni e le gonne nella tifoseria e rissa tra fazioni. Anche perché la devastazione della città ha lunga storia, che, effettivamente, continua anche oggi. Ma preferiamo parlare soprattutto del prima, del molto prima, siamo un po’ codardi, noi”. Niente personalismi, quindi, cosa rara di questi tempi.

cartoline Soprintendenza delle Brutte Arti
'Sfrecciaposto', Voltri

E ora, a quasi un anno dalla loro apparizione, ecco il passaggio, non banale, dal virtuale al reale: “Poiché pensiamo che “ragionare intorno alle città”, con, nel cuore, l’intenzione di migliorarne la vivibilità debba diventare anche un divertimento e un, giocare, appunto, con la città. E quindi, tra le tante idee che abbiamo pensato e che ci avete suggerito, ci siam soffermati, per iniziare, da questa. Cartoline da collezione, anche da inviare, e, in ogni caso, da avere per tenere a mente le cose sorridendo“. Si inizia da due foto simbolo del progetto: la colossale e iconica colata di divieti di sosta che hanno invaso Salita di Santa Maria della Sanità di Castelletto e l’intreccio viario di Voltri, con viadotti e ferrovia che stringono in un abbraccio di cemento e pietra un antico edificio, vuoto.

Le cartoline del brutto saranno disponibili da questo venerdì, 8 ottobre, una di ogni tipo per chi si le vorrà presso la Comunità San Benedetto al Porto, dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 19 in Via San Benedetto 12 “Suonare e chiedere di Lilli. Entrare lì dentro è un onore. E’ il luogo dove ha vissuto Don Gallo, ancora oggi è uno dei cuori di quel meraviglioso complesso di azioni e iniziative che è la Comunità di San Benedetto. Vi troverete in mezzo alla vitalità, decine di sacchetti e pacchi con vestiti e roba usata giornalmente donate, un disordine creativo e basato sull’efficacia. Un luogo che rende utile tutto, e tutti. Come faceva Don Gallo”. Ma anche presso l’Alfapp Liguria (Associazione Ligure Famiglie Pazienti Psichiatrici), in in Via Malta 3, interno 4, dal lunedì al venerdì, dalle 16,30 alle 18,30: “Chiedete di Elisa. Lei sa. Il loro compito, oltre che fare rete, dare sostegno, lavorare per creare percorsi concreti, è creare un immaginario senza barriere architettoniche/mentali. Condizione, dicevamo, primigenia per creare tutto il resto. Anche una città senza barriere architettoniche reali”.

Una prima uscita, in edizione limitata, che ha l’obiettivo di coinvolgere nel quotidiano i cittadini, anche solo per avere un’immagine ‘su carta’ da appendere e guardare, magari ogni tanto, per ricordarsi in che città stiamo vivendo e in che città vorremo vivere. E forse sì, ce n’era davvero bisogno.

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