Disagio

In Liguria un pensionato su tre non arriva a mille euro al mese. E in 30mila rinunciano a curarsi

I numeri emersi dal convegno dello Spi Cgil a Palazzo Ducale: "Dato allarmante, Comune e Regione aprano un confronto sulle strutture residenziali"

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Genova. Su un totale di 475mila pensionati in Liguria circa 141 mila, pari al 29,75%, hanno una pensione lorda inferiore a mille euro al mese. È il dato emerso dal convegno “Gli anziani e le loro esigenze” organizzato a Palazzo Ducale dallo Spi Cgil di Genova proprio mentre i governo Draghi si appresta a varare la riforma delle pensioni dopo il sostanziale fallimento del confronto coi sindacati nelle ultime ore.

In Liguria l’indice di vecchiaia è pari 262,4: significa che per ogni giovane con 15 anni o meno ci sono oltre due persone e mezzo con almeno 75 anni. La popolazione anziana al 1° gennaio è pari al 438.344, prevalgono gli anziani più giovani cioè la popolazione 65-74 anni che ammonta a 195.768, gli anziani che stanno nella fascia di età 75-84 anni sono​ 152.906, mentre 79.670 sono gli ultra 85enni cosiddetti grandi anziani.

Generico ottobre 2021

“Di fronte a questa realtà sentiamo, purtroppo, parlare dell’invecchiamento della popolazione come l’origine di tutti i mali del nostro welfare e della insostenibilità del sistema pubblico di tutela della salute – spiega il segretario generale Antonio Perziano nella sua relazione -. Si usano toni drammatici quando si parla e si scrive sul tema dell’invecchiamento e si perde di vista il valore di una conquista sociale come l’aumento della durata della vita. Eppure l’alternativa all’invecchiamento è quella di morire prima di raggiungere gli anni della vecchiaia e non sembra una bella prospettiva per nessuno.

Il sindacato ha lanciato un allarme in particolare sulla condizione degli anziani non autosufficienti. Secondo dati Istat del 2019, in Liguria su 100 persone con più di 65 anni il 37,9% è affetto da una cronicità grave e il 46% presenta più di una patologia cronica. “In valori assoluti parliamo di cifre elevate: 166 mila cronici gravi, 203 mila con più di una patologia – continua Perziano -. Se rapportiamo questo dato al totale della popolazione ligure dello stesso dato, risulta che i cronici gravi sono il 10,8% della popolazione residente, mentre le persone con più di una patologia sono il 13,24%. Si tratta di valori rilevanti che, peraltro, non tengono conto di portatori di gravi patologie di età inferiore ai 65 anni”.

La situazione in Liguria è più grave rispetto a quella italiana, perché diversa è la composizione della popolazione con più di 65 anni, con una presenza spiccata di over 75. I comuni della Liguria tuttavia si caratterizzano per una particolare impostazione, rileva il segretario dello Spi: pochissima integrazione socio-sanitaria (solo il 5% sul totale della spesa, uno dei valori più bassi d’Italia) e tanti bonus e voucher (39% sulla spesa, inferiore solo al 42% della Lombardia). “Sempre i dati Istat, relativi all’assistenza domiciliare in Liguria, ci dicono che la percentuale degli assistiti sul totale della popolazione di riferimento è una delle più basse del Nord ed è pari allo 0,9%, pari a 4.108 assistiti. Si potrebbe dire una goccia in un mare di bisogni”.

Ed è qui che si innesta il dato dei livelli di pensione, perché dai dati Istat risulta che più di 30mila persone con più di 65 anni abbiano rinunciato a curarsi per motivi economici. “Si tratta di un dato allarmante che ci parla di un disagio diffuso e di molti anziani che non possono contare su un sostegno familiare per potersi curare dignitosamente. Le persone non autosufficienti devono rappresentare la priorità di un sistema sanitario e sociale efficiente che deve organizzare e garantire risposte adeguate ai bisogni sanitari, assistenziali e sociali delle persone con malattie croniche e disabilità che non sono in grado di prendersi cura di se stessi. E bisogna dare risposte anche alle loro famiglie che vivono veri e propri drammi sociali, lasciate sole a gestire compiti gravosi e emotivamente impegnativi senza mezzi e aiuti i propri congiunti gravemente malati e non autosufficienti”, prosegue Perziano.

A Comune e Regione il sindacato chiede “di aprire un confronto sul sistema delle strutture residenziali presenti nel territorio. Le case di riposo non devono rappresentare l’unica soluzione, tra l’altro inadeguata e costosa ai bisogni di cura dei cittadini più fragili. Bisogna cambiare, innovare, promuovere altri modelli residenziali come quello del co-housing, modelli alla base dei quali ci deve essere condivisione, collaborazione, socialità e stili di vita sostenibili. A Genova potrebbero essere riconvertite, per questa finalità, centinaia di case popolari e altri manufatti, oggi inutilizzati perché inagibili, in quanto hanno bisogno di interventi di ristrutturazione e bisogna eliminare le barriere fisiche e architettoniche. Oggi abbiamo una grande occasione rappresentata dal Pnrr che mette a disposizione progetti e risorse certe da utilizzare per dare risposte ai problemi degli anziani”.

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