Genova. Riaprire tutto al 100% comprese le discoteche? “È una scelta politica, ma oggi le pressioni ospedaliere ci consentono di essere sufficientemente sereni. Sono già mesi che si parla del post Covid, per fortuna: credo che oggi dobbiamo preoccuparci di questo e di garantire la salute a tutti i cittadini“. A dirlo è Alessandro Bonsignore, presidente dell’Ordine dei medici di Genova, uno dei principali sostenitori del lockdown totale durante la vorticosa risalita dei contagi all’inizio della seconda ondata.
Ma oggi, rispetto a un anno fa, la situazione è completamente mutata: “I dati sono molto incoraggianti, la pressione ospedaliera è molto bassa, l’Rt ha valori più che accettabili e questo è sicuramente il risultato delle vaccinazioni: aver superato l’80% degli italiani con almeno una dose di vaccino e oltre il 75% con due dosi è quello che sta radicalmente cambiando il nostro approccio con l’autunno ed è quello che dà un quadro ottimistico rispetto a settembre dell’anno scorso – spiega Bonsignore -. Non ci sono particolari elementi di preoccupazione, l’importante è si prosegua con quelle minime attenzioni che hanno caratterizzato questi mesi”.
La cartina tornasole per valutare il rischio di ulteriori allentamenti sulla capienza dei luoghi chiusi è il livello di saturazione degli ospedali. “Il nostro punto di riferimento sono i ricoveri, i dati ci dicono che siamo in una condizione non dicono ottimale ma di assoluta gestibilità del Covid e soprattutto di ciò che non è Covid”.
Ed è su questo, secondo Bonsignore, che bisogna concentrare l’attenzione: “Ricordiamo che in Liguria è stato predisposto il piano Restart, e anche noi ci abbiamo lavorato, che prevede di recuperare il tempo perso per gestire tutte le cronicità di tutte le patologie che hanno subito rallentamenti nello screening, nella prevenzione e nella cura nell’ultimo anno e mezzo. Ricordiamo anche che i medici curano tutti, vaccinati e non vaccinati, tutti con lo stesso impegno e la stessa passione”.
Per quanto riguarda le vaccinazioni anti-Covid, il presidente dei medici genovesi spiega che l’accoppiata con l’antinfluenzale riguarderà solo una fascia ristretta della popolazione, ma soprattutto apre all’ipotesi di un richiamo annuale per tutti: “La terza dose sarà somministrata ai soggetti considerati fragili, coloro che hanno problematiche immunitarie per cui la doppia dose può non essere sufficiente per avere tranquillità su un eventuale contagio. A parte questi soggetti fragili, quello che invece andiamo prospettando è un richiamo annuale che non chiamerei terza dose, sarà una dose booster che verrà ripetuta periodicamente come accade per l’antinfluenzale. Quindi – conclude Bonsignore – potrà esserci una fascia di popolazione contemporaneamente vaccinata con antinfluenzale e anti-Covid, ma sarà soltanto la fascia a maggior rischio. Diversamente i tempi tecnici faranno sì che l’antinfluenzale avvenga a ottobre, mentre il booster arriverà l’anno prossimo a 12 mesi dalla seconda dose. Per gran parte della popolazione ci sarà una separazione temporale”.