Sul serio

Green pass, allarme camionisti: “Il 25% non è vaccinato, a Genova possibili blocchi a oltranza”

Le associazioni di categoria: "Le merci rischiano di rimanere ferme, è una bomba a orologeria pronta a esplodere dal 15 ottobre"

coda tir traffico porto

Genova. Al di là della valanga di fake news condivise in questi giorni sui presunti blocchi autostradali, la questione camionisti e green pass potrebbe esplodere davvero a partire dal 15 ottobre. A lanciare l’allarme sono le associazioni di categoria genovesi: non solo perché rischiano di saltare numerose consegne a causa degli autisti che non potranno lavorare, ma anche perché alcune aziende starebbero preannunciando pesanti iniziative di protesta finalizzate proprio a bloccare il traffico in città.

“È un problema molto importante, stimiamo che circa il 25% degli autisti in questo momento non sia vaccinato – spiega Giuseppe Tagnochetti, coordinatore ligure di Trasportounito -. Alcuni stanno decidendo di adeguarsi in vista del 15 ottobre, ma per molti altri questo non accadrà. Se un dipendente decide di non lavorare noi non possiamo sostituirlo perché abbiamo già una forte carenza di autisti: in Italia oggi ne mancano già 20mila. E se i camion rimangono fermi, anche la merce rimane ferma“.

Stando all’interpretazione corrente del decreto i camionisti dovrebbero avere il green pass anche se viaggiano da soli e per la maggior parte del tempo non entrano in contatto con nessuno. Fanno eccezione i punti di carico e scarico delle merci dove il personale di guida spesso partecipa ai controlli e sbriga le pratiche amministrative, operazioni che a volte – sebbene molto meno di prima a causa delle norme anti-Covid – li costringono a entrare in uffici o comunque ambienti chiusi dove il certificato verrebbe richiesto a prescindere. D’altra parte un problema oggettivo si porrebbe sui viaggi internazionali, visto che non tutti i Paesi aderiscono al sistema del green pass e molti certificati non vengono riconosciuti.

“Visto che la vaccinazione non è obbligatoria ci sono molti autisti che non vogliono farla a prescindere – racconta Franco D’Artizio, segretario genovese della Fai Conftrasporto – ma molti la rifiutano perché sono positivi ai test sierologici e comunque non vogliono farsi carico del tampone”. E quindi cosa succederà dal 15 ottobre? “Abbiamo ricevuto messaggi di aziende che, se non si cambierà strada, dicono che c’è la volontà di bloccare a oltranza il traffico a Genova, andando coi mezzi a passo di lumaca. Bastano cento mezzi per bloccare tutto”.

La situazione, insomma, rischia di degenerare in maniera eclatante. Per evitarlo molte associazioni di categoria, tra cui anche Conftrasporto e Trasportounito, hanno chiesto al Governo di concedere una deroga almeno per il personale viaggiante dei camion. “Teniamo presente che negli uffici non accediamo quasi mai perché la maggior parte delle aziende ha creato gabbiotti esterni dotati di finestre – aggiunge D’Artizio -. La documentazione può essere portata direttamente all’esterno. Se le nostre richieste non dovessero essere accolte, auspichiamo che le aziende si accollino le spese dei tamponi rapidi: alcune lo farebbero già di buon grado, altre non se la sentono”.

“Noi chiediamo al governo che intervenga sulla specificità del nostro settore – continua Tagnochetti -. Chiediamo qualche forma di deroga anche perché non abbiamo autisti che possano sostituire quelli che non lavorano. Già manca il 20% dei camion, il rischio è che la logistica si fermi del tutto. È una bomba a orologeria innescata che dal 15 ottobre rischia di scoppiare“.

A condividere le preoccupazioni è anche il mondo degli spedizionieri: “In un momento in cui c’è tanta carenza di personale viaggiante tenere fermo il 25% degli autisti avrebbe un impatto importante – rimarca Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto -. È un tema delicato e complesso, ma non ci sembra il caso di chiedere deroghe: è un provvedimento che va a impattare in maniera totale su ogni comparto”.

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